Il duplice omicidio di Villa Pamphili svela un intreccio di inganni, violenza e falle nei controlli istituzionali

Villa Pamphili, cuore verde di Roma, si è trasformato nelle ultime settimane in un teatro dell’orrore. All’alba del 7 giugno, tra gli alberi del parco, sono stati ritrovati i corpi senza vita di una giovane donna e di una bambina di circa un anno, entrambe morte per soffocamento. Le prime ipotesi investigative hanno subito portato alla pista dell’omicidio. Il riconoscimento delle vittime è avvenuto grazie a un tatuaggio: un piccolo ramo stilizzato sul piede della donna, immortalato nelle immagini diffuse dalle autorità e riconosciuto durante una videochiamata da una donna russa, che ai microfoni di Chi l’ha visto ha dichiarato: «è mia figlia».

La vittima si chiama Anastasia Trofimova, 29 anni, originaria di Omsk. Sua figlia – la bambina rivenutale accanto – si chiamava Andromeda, anche registrata con il nome Lucia, ed era nata a Malta il 24 giugno 2024. Anastasia si era trasferita sull’isola nel 2023 per studiare inglese ma sul perché fossero a Roma non ci sono ancora certezze: non risultavano domiciliate in città né lei né la bambina. I corpi sono rimasti a lungo tra i cespugli, abbandonati nel verde e scoperti solo dopo ore – forse giorni – di silenzio.

La dinamica della tragedia è ancora oggetto di indagine, ma la ricostruzione medico-legale ha delineato un quadro preciso: la bambina sarebbe stata uccisa per prima, soffocata nella notte tra il 6 e il 7 giugno. La madre sarebbe stata uccisa in un momento successivo, con la stessa modalità.

Al centro dell’inchiesta c’è una figura ambigua e inquietante: Francis Kaufmann, 46 anni, fermato in Grecia il 13 giugno. Si faceva chiamare anche Rexal Ford e utilizzava documenti falsi, tra cui un’identità italiana, Matteo Capozzi. Con Anastasia aveva avuto una relazione, iniziata a Malta, dove lui si presentava come regista americano. Il 27 maggio, appariva sereno in una videochiamata con la madre della ragazza. Ma il 2 giugno Anastasia scriveva di “gravi problemi” tra di loro in una mail che, con il senno di poi, emerge in tutto il suo allarme. Poi il silenzio, e la tragedia.

A Kaufmann è contestato l’omicidio volontario aggravato. Le autorità stanno ricostruendo i suoi spostamenti tra Malta, Roma e la Grecia ma, parallelamente all’indagine penale, è emerso un secondo filone. Come riporta in esclusiva la testata Open, nel 2020 lo stesso Kaufmann – sotto l’identità di Rexal Ford – ha ottenuto dal ministero della Cultura italiano (all’epoca guidato da Franceschini) un tax credit di oltre 860 mila euro per un film mai realizzato, “Stelle della Notte“, che sarebbe dovuto esser prodotto da una società maltese, la Tintagel Films LLC. A supportare l’operazione in Italia è stata la società romana Coevolutions, realmente esistente, che ha formalmente presentato la richiesta di finanziamento. Il piano indicava l’utilizzo del credito nel 2021, ma secondo quanto accertato da Open, la domanda definitiva è stata inviata nel 2023 sfruttando un vuoto normativo: sembra infatti che le produzioni internazionali potessero accedere al credito senza l’obbligo di presentare prove tangibili dell’effettiva produzione (a partire da riprese già effettuate). Il tutto si è rivelato quindi una messinscena: nessuna troupe, nessuna sceneggiatura, nessuna prova di lavorazione. Solo una struttura di facciata, documenti fittizi e conti bancari utilizzati per incassare fondi pubblici. Il ministero ha reagito avviando una verifica interna, mentre la Guardia di Finanza ha aperto accertamenti su tutte le movimentazioni economiche.

Oltre al nodo dei finanziamenti, resta aperto quello delle falle nei controlli. Nessuno aveva denunciato la scomparsa di Anastasia. A far scattare l’allarme è stata un’amica della madre, che ha riconosciuto le immagini diffuse dalla questura. Alcune pattuglie di polizia, nei giorni precedenti al ritrovamento, avrebbero addirittura incrociato la coppia all’interno del parco senza procedere a controlli o segnalazioni.

Il caso, complesso e stratificato, solleva interrogativi profondi: com’è stato possibile che un individuo sotto falsa identità riuscisse a ottenere quasi un milione di euro dallo Stato italiano? Perché le autorità non sono intervenute prima, nonostante i segnali? Quanto è fragile, oggi, il sistema di controllo tra confini, passaporti, società e movimenti internazionali?

La tragedia di Villa Pamphili scuote Roma e l’Italia non solo per la crudeltà del gesto – l’ennesimo di una lunghissima sequenza di femminicidi che questo Paese sembra non essere in grado di fermare – ma anche per l’intreccio inquietante di omissioni, finzioni e responsabilità istituzionali. Una giovane madre e una bambina sono state uccise nel silenzio assoluto e un uomo dalle molte maschere ha viaggiato indisturbato tra Paesi e conti bancari. Resta da capire se l’inchiesta riuscirà a fare piena luce sui fatti, a restituire giustizia alle vittime e a colmare i vuoti che hanno permesso a questa storia di accadere.

FOTO: ANSA/MASSIMO PERCOSSI