Il 23enne di origini polacche si è tolto la vita con il gas del fornelletto della sua cella. Secondo alcune piste investigative l’omicidio era connesso a dei riti satanici

Lo scorso 27 luglio aveva ucciso l’amico Maxim Zanella con una coltellata. Ieri Oskar Kozlowski, 23enne di origini polacche, si è suicidato in carcere inalando il gas del fornelletto nella sua cella.

Non era il primo tentativo di suicidio per Kozlowski che non era mai riuscito a spiegare il gesto dell’omicidio, per il quale aveva anche chiesto perdono alla famiglia di Zanella.

Kozlowski aveva ucciso il bagnino, 31enne, nel suo appartamento a Brunico, in Alto Adige. Mentre si recava al pronto soccorso aveva poi tentato di nascondere l’arma del delitto, un coltello, e il suo telefono, in seguito ritrovati.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, i due condividevano un profondo interesse per l’occulto e il satanismo, tanto che si era anche ipotizzato che l’omicidio fosse connesso a un rituale. All’interno dell’appartamento infatti erano state ritrovate anche candele, ossa e un teschio insanguinato.

I genitori di Zanella, però, hanno in più occasioni negato che il figlio fosse coinvolto in quel tipo di pratiche: «in passato aveva fatto qualche fesseria ma nulla di grave – spiegano – Il teschio lo aveva acquistato per gioco e le ossa le aveva trovate in un bosco».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/LORENZO ZAMBELLO