A Pechino, l’Italia si è classificata 13esima nel medagliere olimpico con due ori, 7 argenti e 8 bronzi
Un Xi Jinping benedicente la folla – quale occasione migliore se non nei Giochi per ribadire la propria immagine di “salvator et stupor mundi”? Spettacoli di danza quasi al confine con la telecinetica e lo street style, lo sfilare delle bandiere di tutto il mondo nel “Nido d’Uccello” di Pechino, lo stadio nazionale trasformato da tempio dei giochi olimpici estivi del 2008 in un teatro di ghiaccio per le Olimpiadi invernali. Con queste immagini si è chiusa una delle competizioni che vanta secoli di storia nella ricerca di riunire le nazioni del mondo e un budget milionario di 56 miliardi di yuan (7,7 miliardi di euro).
Quest’anno un Paese nordico si è aggiudicato le Olimpiadi: la Norvegia (e forse c’era da aspettarselo, con tutta quella neve ideale per praticare sci, pattinaggio e via discorrendo…), con 16 ori, 8 argenti e 13 bronzi, a seguire Germania (12 ori, 10 argenti e 5 bronzi) e Cina (9 ori, 4 argenti e due bronzi).
Ma l’Italia si è difesa e più che bene. Non soltanto perché il nostro Paese ha raggiunto la 13esima posizione nel medagliere olimpico con 27 medagliati, di cui 7 plurimedagliati dei 119 atleti italiani in gara, con il Trentino-Alto Adige in vetta per numero di partecipanti (53) e la Lombardia per numero di medaglie ottenute (9).
A giudicare dai risultati, è stata premiata la capacità di unire forze e talenti nelle discipline miste che sono valse il podio a 10 nostri connazionali: oro nel curling doppio (Amos Mosaner e Stefania Constantini), l’argento nella staffetta a squadre di short track (Andrea Cassinelli, Yuri Confortola, Arianna Fontana, Pietro Sighel, Arianna e Martina Valcepina) e nello snowboard cross a squadre (Omar Visintin e Michela Moioli).
Astri nascenti e noti splendono nelle competizioni femminili singole: Federica Brignone è arrivata seconda nello Slalom Gigante e terza nella Combinata alpina di sci; Sofia Goggia si è portata a casa un argento nella discesa libera e Nadia Delago il bronzo, Arianna Fontana ha sbaragliato Paesi Bassi e Canada nei 500 metri di short track, attestandosi in prima posizione e si è collocata tra Corea del Sud e Olanda nei 1500 metri; Francesca Lollobrigida ha conquistato l’argento nei 3.000 metri di pattinaggio di velocità e il bronzo nella partenza in linea; Dorothea Wierer il bronzo nel biathlon 7,5 chilometri sprint.
Quote “azzurre” di argento e bronzo nelle discipline maschili: Federico Pellegrino nello sci di fondo sprint (argento), Davide Ghiotto nei 10mila metri di pattinaggio di velocità (bronzo), Andrea Cassinelli, Yuri Confortola, Tommaso Dotti e Pietro Sighel nei 5.000 metri staffetta di short track, Omar Visintin nello snowboard cross singolo (bronzo) e Dominik Fischnaller nello slittino singolo (bronzo).
Il Presidente del CONI Malagò è entusiasta della performance della nazionale italiana: «il voto secondo me è un 7 e mezzo: siamo stati bravi. La preparazione olimpica, la comunicazione, tutta la parte di Casa Italia, gli atleti. Ho sempre detto che avremmo vinto tra le 13 e le 17 medaglie ma nessuno può pensare che, quando ne vinci 17, solo due sono d’oro. Una lettura numerica potrebbe sintetizzare che gli italiani sono molto più bravi a vincere le medaglie che gli ori. Questione di centesimi, infortuni, giudizi, ma è qualcosa su cui riflettere. Ma dal punto di vista quantitativo resta una spedizione record».
Il CONI ha stabilito un premio in denaro – oltre ai trofei consegnati sul podio con il panda mascotte Bing Dwen Dwen – per coloro che riuscivano a raggiungere una delle prime tre posizioni: 180mila euro per l’oro, 90mila euro per l’argento e 60mila per la medaglia di bronzo per un totale di 2,37 milioni.
E intanto, fervono già i preparativi per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, con Luca Zaia e Attilio Fontana che nello spot diventato virale invitano in cinese ad ammirare le bellezze dell’Italia.
«Tra soli quattro anni toccherà proprio a noi, Veneto, Lombardia e Province Autonome di Trento e Bolzano, dimostrare la grande capacità del sistema pubblico-privato – dichiara il presidente della regione Veneto. – Riporteremo Cortina sulla scena mondiale dello sport, ripetendo in chiave moderna i Giochi a cinque cerchi del 1956. Una Olimpiade che nasce sotto una buona stella e con un progetto ambientale sostenibile che intende crescere ispirandosi ai principi dell’Agenda Onu 2030. […] integreremo, dunque, lo sport con i territori, i cittadini con gli atleti normodotati e diversamente abili perché Milano Cortina 2026 sarà l’Olimpiade con al centro le persone».
Box 1
Le prime tracce di competizioni su ghiaccio e neve risalgono al 1901 con i “Giochi nordici” di cadenza prima biennale, poi quadriennale. Le “antenate” delle Olimpiadi invernali si tennero nel 1924 e presero il nome di “Settimana internazionale degli sport invernali” a Chamonix. Fu un successo tale che nel 1926, il Comitato Olimpico Internazionale istituì i “Giochi olimpici invernali” e si decise di organizzarli nello stesso anno delle Olimpiadi estive. Dal 1994, le competizioni invernali vengono fissate di norma negli anni pari non divisibili per 4, mentre le Olimpiadi estive continuano a svolgersi negli anni bisestili.
Box 2
Se, nell’antica Grecia, i giochi olimpici erano un periodo di pace in cui non si dichiarava guerra a nessuno e si dava prova del proprio valore, le Olimpiadi (ed altre competizioni sportive) sono stati tramiti per diffondere nel mondo la propaganda dei regimi – Xi Jinping e Kim Jong-Un non hanno inventato proprio un bel niente con le due Pechino (2008 e 2022) e Pyongyang 2018: sotto Adolf Hitler e Benito Mussolini l’Europa fu teatro dei campionati mondiali di calcio del 1934 e del 1938(vinti dalla nazionale italiana e svoltisi rispettivamente in Italia e Francia) e dei Giochi olimpici di Berlino del 1936.
di: Maria Ester Canepa