ANSA/ MASSIMO PERCOSSI

Orlando: “ampliare e dare criteri di strutturalità alla platea dei lavori gravosi, per l’accesso a meccanismi di anticipo rispetto all’attuale quadro normativo”

Nel 2022 l’inflazione è aumentata e a fine anno potrebbe assestarsi su una crescita dell’8%, che peserebbe sulla spesa Inps per le pensioni nel 2023 per 24 miliardi di euro. Lo scenario emerge dallo studio dei tecnici che hanno presentato il Rapporto Annuale.

Secondo lo studio sulla base dei dati al primo gennaio 2020 il disavanzo potrebbe arrivare a 92 miliardi nel 2029, «non esiste un problema di sostenibilità, ma c’è un warning. Ci vuole crescita economica e produttività per un sistema in equilibrio» hanno spiegato.

Da quanto emerge con 30 anni di contributi versati e 9 euro lordi l’ora di salario, un lavoratore arriverebbe a una pensione di 750 euro a 65 anni, scenario che si prospetta soprattutto per la Generazione X (nati tra ’65 e ’80), i giovani secondo lo studio dovranno lavorare tre anni in più, in media, dei lavoratori più anziani.

Sono scese in campo le parti sociali proprio in merito alla questione delle pensioni, il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha spiegato che “a fine anno con la scadenza di misure come Opzione donna e l’Ape sociale, si renderà necessario procedere al loro rinnovo perché hanno ottenuto buoni risultati“. Orlando ha anche sottolineato che il lavoro del Governo sarà orientato “anche ampliare e dare criteri di strutturalità alla platea dei lavori gravosi, per l’accesso a meccanismi di anticipo rispetto all’attuale quadro normativo. Rimane aperto il cantiere per il superamento delle misure temporanee di flessibilità in uscita“.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: ANSA/ MASSIMO PERCOSSI