Le forti piogge cadute nel nord-ovest hanno messo in ginocchio la provincia nord-occidentale causando 26 morti
La Cina si trova stretta nella morsa degli elementi naturali.
Nel Quinghai, provincia nord-occidentale della Cina, le forti piogge hanno causato l’esondazione di un torrente di montagna che ha inondato terreni e strade: si contano già 26 morti ma i bilanci potrebbero aumentare.
Sono diversi giorni che questa zona della Cina è battuta da forti piogge e l’acqua sta causando improvvisi smottamenti e esondazioni di corsi d’acqua. Ci sono oltre 6mila persone che sono state costrette all’evacuazione e si contano cinque dispersi.
Diversa la situazione nel Sichuan: qui la siccità prolungata sta prosciugando bacini e fiumi, incluso lo Yangtze, con pesanti effetti sulla distribuzione di energia elettrica e produzione, tanto che varie fabbriche, tra cui Toyota, Foxconn e Tesla, sono state costrette a fermare le attività. Nel Sichuan il fabbisogno energetico viene soddisfatto per l’80% dall’idroelettrico pertanto la situazione è allarmante.
A rischio anche la stagione dei raccolti: lo Yangtze è il terzo fiume più grande del mondo e oltre a fornire acqua potabile a oltre 400 milioni di cinesi è una via per l’economia cinese. La parte principale ha più che dimezzato la portata d’acqua rispetto alla media degli ultimi cinque anni, con intere sezioni e decine di affluenti prosciugati.
Il Lago Poyang, il più grande bacino d’acqua dolce del Paese, è quasi prosciugato: le aree circostanti, in cui si coltiva il riso, sono in grave carenza di approvvigionamento idrico. Le immagini satellitari rilasciate dal Ministero delle Risorse Naturali hanno mostrato che il Lago Poyang si è ridotto a circa 600 chilometri quadrati dai quasi 4.000 chilometri quadrati di aprile.
Se ci si sposta nella zona sud-ovest della Cina, invece, l’acqua lascia il posto alle fiamme: un incendio di enorme portata sta divampando nella megalopoli di Chongqing, dopo settimane di caldo record e siccità. Oltre 1.500 persone sono state evacuate mentre sono al lavoro in cinquemila tra civili e militari per spegnere le fiamme. Chiusi alcuni centri commerciali per ridurre il fabbisogno di elettricità.
di: Micaela FERRARO
FOTO: INTERNATIONAL RED CROSS POOL / ANSA / LI