In 7 hanno perso la vita. Le piogge pre-monsoniche sono il fattore scatenante

Oltre mezzo milione di persone sono fuggite dalle proprie abitazione nello stato indiano nord-orientale, Assam, per fuggire dalle pesanti inondazioni dovute alle piogge pre-monsoniche, che hanno causato per adesso 7 morti.

Uno dei fiumi più grandi del mondo, il Brahmaputra, è esploso nella città negli ultimi tre giorni, inondando più di 1.500 villaggi. Le piogge torrenziali continuano da mercoledì scorso e la situazione, secondo quanto affermano le autorità locali, potrebbe peggiorare ulteriormente. «Più di 500.000 persone sono state colpite, con la situazione delle inondazioni che diventa critica di ora in ora», ha detto a Reuters il ministro delle risorse idriche dell’Assam, Pijush Hazarika, aggiungendo che le 7 sono annegate in incidenti separati negli ultimi tre giorni. Oltre 2.000 persone sono intrappolate nel distretto di Hojai, in attesa di essere salvate.

Secondo le autorità nazionali, i livelli dell’acqua del fiume dovrebbero aumentare ulteriormente: «La situazione rimane estremamente grave nel distretto più colpito di Dima Hasao, con collegamenti ferroviari e stradali interrotti a causa di inondazioni e smottamenti». ha dichiarato il ministro delle entrate dell’Assam, Jogen Mohan, che sta supervisionando i soccorsi.

Contemporaneamente, altre città dell’India, stanno registrato temperature record a causa di un’ondata di caldo che sta inghiottendo gran parte dell’Asia meridionale. Le scuole sono state chiuse, i raccolti danneggiati e attualmente sono sotto pressione le forniture energetiche e tenuti i residenti al chiuso protetti. In India, domenica le temperature a Delhi hanno superato i 49°C (120°F).

Di: Federico ANTONOPULO

FOTO: ANSA/PIYAL ADHIKARY