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Débacle per il referendum di Boric che respinge la Carta costituzionale “più avanzata al mondo”

Si è tenuto ieri in Cile il referendum per l’approvazione della nuova bozza di Costituzione. Il testo, frutto di un lavoro di oltre un anno da parte dell’Assemblea costituente di 155 membri, è stato però bocciato con il no (rechazo) che si attesta sul 62%. Il sì (apruebo) si è fermato al 38%.

L’alto tasso di affluenza dovuto al voto obbligatorio (gran parte dei 15 milioni aventi diritto), non è servito dunque ad avallare una Costituzione che alcuni analisti hanno definito “la più avanzata al mondo”.

Un risultato in parte atteso dai sondaggi che prevedevano una vittoria del fronte del no, guidato dal centro-destra, anche se non ci si attendeva una débacle simile.

Proprio il comitato del rechazo ha celebrato la vittoria del no come un “gesto di saggezza da parte ei cileni” oltre che una “sonora lezione per l’ala più radicale di sinistra e comunista” dell’apruebo.

Già prima della chiusura dei seggi aspettandosi un risultato negativo, il presidente Gabriel Boric, il più giovane della storia del Paese e profondamente riformista, aveva convocato per questo pomeriggio un incontro con tutti i partiti dell’arco parlamentare.

Un incontro che avrà lo scopo di “creare uno spazio di dialogo trasversale” e definire come proseguirà nell’immediato il processo costituente, oltre a dare il via a un rimpasto di Governo in modo da rieleggere una nuova assemblea costituente e ripartire da zero.

Già in passato Boric aveva evitato di legare il proprio programma all’approvazione della nuova Carta, precisando che le sue riforme sociali ed economiche fossero compatibili anche con l’attuale Costituzione, nonostante si tratti di un testo concepito nel 1980 durante la dittatura di Pinochet, più volte modificato.

La Carta era dotata di 388 articoli e dichiarava il Cile uno Stato “sociale e democratico di diritto, plurinazionale, interculturale, regionale ed ecologico“, assicurandosi che la democrazia del Paese fosse “paritaria e inclusiva” anche grazie a nuovi diritti sociali.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/Juan Carlos Avendano/Aton Chile