La premier italiana ha incontrato il presidente di Usa, Cina e India
Si è ufficialmente aperto il G20 di Bali.
Oggi 15 novembre Giorgia Meloni ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden con cui ha avuto quasi un’ora di colloquio. L’obiettivo del bilaterale era coordinare le risposte a una serie di sfide globali, comprese quelle poste dalla Repubblica popolare cinese, la crisi climatica e l’uso dell’energia da parte della Russia come arma. Biden e Meloni hanno anche discusso del loro impegno a continuare a fornire all’Ucraina il sostegno di cui ha bisogno per difendersi e a ritenere la Russia responsabile della sua aggressione.
Una nota di Palazzo Chigi ha confermato gli argomenti sul tavolo, spiegando che il colloquio “si è incentrato sulla solidità dell’alleanza transatlantica e sull’eccellente cooperazione per fare fronte alle sfide globali, dalla crescita economica alla sicurezza comune”. Al centro dell’attenzione, “il continuo sostegno all’Ucraina, la stabilità nel Mediterraneo e nell’Indo-pacifico e i rapporti con la Cina”.
Meloni e Biden hanno ribadito “i profondi e duraturi legali tra le Nazioni e il forte interesse a rafforzare ulteriormente il partenariato nei numerosi settori di interesse reciproco”.
La premier incontra Erdogan
Meloni ha tenuto oggi un bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, a margine dei lavori del G20 a Bali. Meloni “ha espresso personalmente la sua vicinanza, e quella del governo, al popolo turco per il vile attentato terroristico in cui sono morti civili innocenti. I due leader hanno convenuto sulla necessità di proseguire con determinazione nella lotta comune contro il terrorismo“, come comunicato da Palazzo Chigi.
Nella nota è specificato anche che i due leader “hanno posto l’accento sulla necessità di lavorare insieme per contrastare la migrazione irregolare e favorire la risoluzione della crisi libica”.
Il discorso inaugurale di Giorgia Meloni
Una delle prime leader a parlare al vertice è stata la premier italiana, Giorgia Meloni, unica donna con questa carica a sedere al tavolo.
La premier italiana, in quanto presidente di turno uscente si trova vicina al padrone di casa, il presidente indonesiano Joko Widodo, il primo ministro indiano Nerendra Modi (sarà Nuova Deli a ospitare il prossimo vertice nel 2023), il presidente del Stati Uniti Joe Biden e il leader cinese, Xi Jinping.
«Quando l’Indonesia ha assunto la Presidenza del G20 era impossibile prevedere che la Russia avrebbe invaso l’Ucraina e il devastante impatto che ciò avrebbe avuto sull’ordine mondiale e sulle nostre economie. Per riuscire nella sua missione, il G20 deve avere il coraggio di confrontarsi con le sfide più difficili in agenda, a partire dalle conseguenze del conflitto ucraino in ambito economico, energetico e alimentare che stanno investendo tutti e stanno senza dubbio colpendo in maniera preponderante i Paesi in via di sviluppo», ha iniziato.
Meloni si è rivolta al presidente Widodo, ringraziando il leader indonesiano per “aver guidato abilmente” il G20 di quest’anno e aver accolto i leader “nella stupenda Bali”: «nonostante le difficoltà, oggi siamo qui. Siamo qui perché teniamo al G20, vogliamo sottolinearne l’importanza e siamo consapevoli del ruolo insostituibile che il foro svolge negli affari globali. L’anno scorso a Roma nessuno avrebbe pensato che si sarebbe arrivati a questo, con la guerra, la crisi alimentare e l’emergenza energetica. Ma non abbiamo permesso a nessuno di intimidirci. Abbiamo reagito e abbiamo continuato a lavorare insieme. Non solo su energia e cibo, ma anche su tante altre sfide: la difesa dell’ambiente, il contrasto ai cambiamenti climatici, infrastrutture più efficienti, un’istruzione di qualità, assistenza sanitaria per tutti. Le generazioni future meritano un mondo migliore e tutti noi abbiamo il dovere di lavorare in questa direzione».
La premier ha parlato poi della crisi energetica sottolineando l’importanza di non usare “l’energia come un’arma”: «la guerra in Ucraina ha certamente contribuito ad aggravare la crisi energetica globale. Ma ha finalmente posto in evidenza i tanti errori commessi, almeno dall’inizio del Millennio, nelle politiche energetiche e nei rapporti tra Paesi produttori e consumatori. Dal dramma della crisi energetica può emergere, per paradosso, anche l’opportunità di rendere il mondo più sostenibile e costruire un mercato più equilibrato, nel quale gli speculatori abbiano meno influenza e i Paesi fornitori abbiano meno opportunità di usare l’energia come un’arma contro altri Paesi. L’Italia, insieme all’Ue, sta intervenendo per fare fronte alla spropositata e proporzionata crescita dei prezzi dell’energia, per aumentare la produzione nazionale e accelerare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Tutto questo riducendo la sua eccessiva dipendenza dalla Russia. Altri Paesi hanno maggiori difficoltà nel farlo e vanno sostenuti».
Per quanto riguarda l’export di grano, Meloni lo definisce “cruciale”: «le esportazioni di grano dall’Ucraina rimangono cruciali. L’Italia sostiene gli sforzi della comunità internazionale per assicurare che il flusso di grano attraverso il Bosforo continui e sostiene altre iniziative simili, come le ‘Solidarity Lanes’ dell’Unione europea. Gli effetti della guerra in Ucraina stanno senza dubbio colpendo in maniera preponderante i Paesi in via di sviluppo e la questione alimentare deve essere la nostra principale priorità. Nelle regioni più vulnerabili la malnutrizione sta peggiorando e diverse popolazioni rischiano la fame. L’Italia nutre forti preoccupazioni per i suoi vicini della sponda sud del mediterraneo. Il Nord Africa è fragile e dipende dalle importazioni per far fronte al suo fabbisogno alimentare. È per questo che abbiamo avviato, sin dalla scorsa estate, il Rome Mediterranean Dialogue on the Food Crisis. con l’ambizione di adottare iniziative comuni per aumentare la sicurezza alimentare nella regione».
Sulla pandemia, Meloni ha detto: «la pandemia ha mostrato la grande fragilità delle nostre società dinnanzi a crisi sanitarie inaspettate. Una situazione di pericolo che abbiamo il dovere di affrontare in modo strutturale, senza mai cedere alla facile tentazione di sacrificare la libertà dei nostri cittadini in nome della tutela della loro salute. Libertà e salute si tengono insieme. Perché certamente, se non si ha la salute a nulla serve la libertà. Ma di contro, cos’è la salute senza libertà? La salute è tutto, come siamo soliti dire, e l’Italia sostiene sforzi per costruire un’Architettura Globale della Salute Secondo l’Oms la fine dalla pandemia di Covid-19 è in vista, ma le pandemie non sono finite. Al contrario, gli esperti ci avvertono che potrebbero verificarsi più spesso. Il cambiamento climatico, la distruzione dell’ambiente, l’inquinamento e i viaggi frequenti contribuiscono alla diffusione delle malattie. La Presidenza italiana del G20 si è concentrata lo scorso anno sull’approccio olistico One Health. Esso copre tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, nel senso più ampio possibile, ed è l’unica soluzione sostenibile nel lungo termine. Ci renderà anche più preparati per le possibili crisi sanitarie dei prossimi anni. Non possiamo permetterci di essere presi di nuovo alla sprovvista. Ma preparazione, prevenzione e risposta alle pandemie richiedono risorse, finanziamenti affidabili e una maggiore capacità di mobilitare fondi. A tal fine la Joint Finance-Health Task Force, co-presieduta da Italia e Indonesia, ha varato un apposito Financial Intermediary Fund. Il Fondo dovrebbe diventare pienamente operativo entro la fine dell’anno. Quindici paesi donatori e tre charities si sono già impegnati a donare 1,4 miliardi di dollari. L’Italia è il terzo donatore, dopo Stati Uniti e Commissione europea. “Il Covid-19 non è l’unica malattia che dobbiamo affrontare. A causa della pandemia, negli ultimi due anni potremmo aver trascurato altre emergenze. Dobbiamo porvi rimedio. Oggi sono felice di annunciare il nostro nuovo contributo di 185 milioni di euro al Fondo Globale per sconfiggere l’HIV, la tubercolosi e la malaria. E stiamo valutando la possibilità di un ulteriore aumento del nostro contributo».
Modi: a G20 in India invieremo forte messaggio di pace
Il primo ministro indiano ha dichiarato di esser sicuro che “l’anno prossimo, quando il G20 si terrà nella terra sacra di Buddha e Gandhi, ci troveremo d’accordo per un forte un messaggio di pace al mondo“. Narendra Modi ha anche voluto sottolineare la necessità di eliminare le restrizioni alla fornitura di energia e ha ribadito l’importanza di risolvere il conflitto in Ucraina.
«La guerra in Ucraina, il climate change e la pandemia hanno creato una crisi globale che sta colpendo i poveri di tutti i paesi. È giunto il momento di mostrare una volontà comune di fermare il conflitto» ha dichiarato Modi, ponendo l’accento sul fatto che le istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite “non sono riuscite ad esprimere risposte accettabili a queste sfide. Abbiamo fallito tutti e non abbiamo trovato risposte utili; per questo, il mondo ha grandi aspettative verso il nostro summit“.
Lavrov guarda con favore alla partnership con la Cina
Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha avuto un incontro faccia a faccia con il presidente cinese Xi al termine del quale ha dichiarato di salutare con favore la rielezione di Jinping a leader del Partito comunista cinese. Al tempo stesso Lavrov ha detto di essere sicuro sulla “continuità di approccio lungo il sentiero di una partnership tout court e che la collaborazione strategica fra i due Paesi sia assicurata”.
Seconod Lavorv le proposte di pace avanzate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky sono “non realistiche e non adeguate“, e che la Russia intende vedere “fatti concreti, e non parole” sulle pressioni occidentali per far accettare i negoziati al presidente Zelensky.
L’intervento di Zelensky e la risposta del Cremlino
È intervenuto al G20 rivolgendosi direttamente ai leader anche il premier ucraino Zelensky, che ha voluto sottolineare che se la Russia non metterà in campo “azioni concrete” per arrivare alla pace significa che vuole “ingannare” il mondo e congelare la guerra. Zel ha ribadito anche che all’Ucraina deve essere offerta la possibilità di una pace giusta, senza compromessi per la sua sovranità.
Il portavoce del Cremlino Peskov ha dichiarato che le parole del leader ucraino denotano una mancanza di volontà nei negoziati. “La dichiarazione di Zelensky che non ci saranno nuovi accordi di Minsk conferma la posizione di Kiev di riluttanza a negoziare”.
La bozza del comunicato finale
Nella bozza del comunicato finale del G20 a Bali è esplicitato che la maggior parte dei membri “condanna con forza la guerra in Ucraina, sottolineando che sta causando immense sofferenze umane e sta esacerbando le fragilità esistenti nell’economia globale, limitando la crescita, aumentando l’inflazione, provocando l’interruzione delle catene di approvvigionamento, l’aumento dell’insicurezza energetica e alimentare e i rischi per la stabilità finanziaria”.
Nel testo si sottolinea che “esistono altri punti di vista e diverse valutazioni della situazione e delle sanzioni. Riconoscendo che il G20 non è la sede per risolvere le questioni di sicurezza riconosciamo che le questioni di sicurezza possono avere conseguenze significative per l’economia globale”.
Nella bozza viene definito inammissibile il ricorso o anche semplicemente la minaccia di ricorrere all’arma nucleare: “l’epoca di oggi non deve essere di guerra” si legge in un altro passaggio. Inoltre, il G20 chiede che sia prolungato l’accordo (in scadenza nei prossimi giorni) che permette l’esportazione di cereali dai porti ucraini sul Mar Nero”.
Emmanuel Macron a colloquio con Xi Jinping
Si è tenuto a margine del G20 un bilaterale tra il presidente francese Macron e il suo omologo cinese, Xi. Quest’ultimo ha sottolineato l’importanza per Cina e Francia di promuovere lo sviluppo “stabile e a lungo termine” delle relazioni bilaterali e di quelle tra Cina e Unione Europea, sottolineando che negli ultimi anni le relazioni tra Pechino e Parigi hanno “mantenuto uno slancio positivo” e ci sono stati “progressi positivi” nella cooperazione tra Cina e Francia.
Xi ha chiarito: «in quanto importanti forze nel modello di multipolarizzazione mondiale, Cina, Francia e Ue dovrebbero aderire allo spirito di indipendenza, apertura e cooperazione, promuovere lo sviluppo stabile e a lungo termine delle relazioni bilaterali sulla strada giusta, e iniettare stabilità ed energia positiva nel mondo. La Cina ha sviluppato una forte relazione simbiotica economica con l’Ue e auspica che la Francia spinga l’Unione a perseguire una politica indipendente e attiva nei confronti della Cina. Cina e Ue dovrebbero espandere il commercio e gli investimenti, mantenere la stabilità e il flusso regolare delle catene industriali e di approvvigionamento globali, e mantenere le regole e l’ordine economico e commerciale internazionale».
Infine, Xi ha chiesto a Macron di far tornare il presidente russo Putin al tavolo dei negoziati.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/Filippo Attili