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Le stime di crescita per il 2022 si stabilizzano sul 3%. Cala anche il rapporto fra debito pubblico e Pil, atteso sui 147,7%

Il Fondo monetario internazionale ha reso note le stime sulla crescita economica italiana: secondo gli ispettori il Pil nazionale crescerà del 3% quest’anno e dello 0,7% il prossimo. L’inflazione toccherà un picco del 6,7% nel 2022, per poi scendere gradualmente fino al 3,5% nella media del 2023.

Nel suo rapporto il FMI evidenzia la necessità per il nostro Paese di portare avanti “miglioramenti continui e decisivi nei saldi di bilancio, a partire da quest’anno”, risparmiando parte delle entrate supplementari.

Da un lato quindi si elogiano gli “sforzi preventivi per rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico“, dall’altro si invita l’Esecutivo italiano a mantenere i sussidi erogati per contenere il rincaro energetico “temporanei e misurati“.

Secondo il FMI in Italia nel 2002 il rapporto tra deficit e Pil si attesterà al 5,6%, per poi scendere al 3,9% nel 2023. Il rapporto fra debito pubblico e Pil è invece atteso, in discesa, al 147,7% nel 2022 e al 146,3% nel 2023.

«L’economia italiana è rimbalzata vigorosamente dopo i crolli causati da lockdown e misure anti Covid, l’occupazione e i livelli di partecipazione al lavoro hanno pienamente recuperato e i crediti deteriorati delle banche hanno continuato a calare, mentre le loro posizioni patrimoniali si sono rafforzate. Tuttavia ora l’economia sta fronteggiando nuove sfide» si legge nel report del Fondo monetario internazionale.

«La guerra in Ucraina e le strozzature nelle catene globali correlate al Covid hanno spinto al rialzo i prezzi dell’energia e l’inflazione e intensificato le penuria di prodotti chiave, anche se l’economia globale sta rallentando. Assicurare un adeguato approvvigionamento di energia è prioritario. La grave siccità, specialmente nel nord del paese, aumenterà ulteriormente le pressioni sui prezzi e esacerberà le sfide sulla sicurezza energetica».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/JIM LO SCALZO