Il premier si è dimesso ma sbrigherà gli “affari correnti”: un primo Cdm è previsto per le 18. Si va verso nuove elezioni
La presidente del Senato Casellati è arrivata al Quirinale per incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Dopo di lei tocca al presidente della Camera Fico. Gli incontri sono finalizzati allo scioglimento delle Camere dopo le dimissioni di Draghi.
Questa mattina, infatti, Fico ha annunciato ai deputati che il premier Mario Draghi ha reiterato le sue dimissioni a Mattarella. Dopo la giornata di ieri a Palazzo Madama, questa mattina Draghi si era presentato a Montecitorio per annunciare che sarebbe salito al Colle, da lì ha poi incontrato i presidenti delle Camere, Casellati e Fico.
Il Governo rimarrà comunque in carica per sbrigare gli “affari correnti”, tra cui il ddl Concorrenza. Un primo Cdm in merito è previsto questa sera alle 18 dopo gli incontro di Mattarella con Casellati e Fico.
Si va, dunque, alle urne: secondo fonti del Governo riportare da Adnkronos le elezioni potrebbero svolgersi il 18 settembre. Nelle prossime ore la data potrebbe essere ufficializzata.
La prima data utile individuata era il 25 settembre, scartata perché in quel giorno cade la vigilia di Rosh haShanah, il capodanno ebraico. A tal proposito, tuttavia, l’Ucei afferma: «in merito all’opzione emersa dagli organi di stampa di elezioni il 25 settembre, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane chiarisce che la data non pone ostacoli. La solennità che inizia la sera consente ai fedeli di religione ebraica di esercitare il proprio diritto al voto nelle ore precedenti. La preoccupazione è naturalmente per le sorti del Paese, con una profonda crisi politica che si aggiunge alle gravissime questioni economico-finanziarie, sociali e umanitarie sulle quali il governo e le massime istituzioni erano impegnate».
Le reazioni dei partiti
Dopo la debacle sulla fiducia di ieri, si sfaldano i partiti politici: i ministri Gelmini e Brunetta hanno lasciato Forza Italia, una decisione che Tajani ha definito “individuale”. La deputata Alemanno lascia le fila dei 5Stelle.
La ministra degli Affari regionali ha commentato: «io non ho potuto rimanere un minuto in più in un partito che, per un calcolo elettorale ha impedito al Paese la prosecuzione di un lavoro di Governo di grande qualità. Buttare al macero tutto questo per un mero calcolo elettorale l’ho trovato un gesto di assoluta irresponsabilità». Parlando a Skytg24 ha aggiunto: «siamo sempre stati esclusi da qualunque vertice che discutesse del futuro del Governo. Sono convinta, anche se addolorata, ma non mi riconosco in un movimento che ha svenduto la sua storia accodandosi alla Lega e con scelte che non rimandano più al credo riformista e liberale che Forza Italia ha sempre avuto».
Questa mattina si è tenuta a Montecitorio una riunione dei deputati dem. Al termine il segretario del partito Enrico Letta ha ribadito quando detto in assemblea: «le responsabilità dei partiti che non hanno votato la fiducia ieri sono di tutti, non mi si venga a fare classifiche di responsabilità, gli italiani non lo capirebbero. Non siamo come gli altri, chi si è assunto la responsabilità di fare un danno al Paese nelle urne dovranno pagare le conseguenze, noi abbiamo deciso di scegliere l’Italia. Il Parlamento si è messo contro il Paese, ma non tutti, noi abbiamo dimostrato di guardare agli interessi del Paese e gli elettori lo premieranno». E ancora: «discuteremo e decideremo della conformazione della nostra proposta, sul nostro progetto e programma, sulle modalità con cui affronteremo il voto, partendo dal fatto che abbiamo questa legge elettorale. Compagni di strada e modalità con cui questo avverrà verrà deciso insieme, collegialmente. È evidente che il voto di ieri impatta molto fortemente».
Fermato dai giornalisti, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha assicurato che “l’agenda riformatrice di Draghi non scomparirà con le sue dimissioni“, nonostante sia stata “bloccata da Conte e Salvini per opportunismo elettorale“. Ha poi aggiunto che “prima si va a votare meglio è“. Infine, sul fronte pentastellato ha commentato: «il partito di Conte non è più il Movimento 5 Stelle, lui tra i responsabili delle dimissioni di Draghi. Non è un caso che il Governo sia stato buttato giù da due forze politiche che strizzano l’occhiolino a Vladimir Putin».
Su quale sarà il futuro del suo gruppo, Insieme per l’Italia, ha dichiarato: «sicuramente non vado con quelli che hanno fatto cadere questo Governo, che hanno deciso di stare dalla parte degli estremismi e dei sovranismi. Mi auguro che si possa stare in tanti dalla parte dell’agenda riformatrice di Mario Draghi».
Sul tema della riforme interviene anche il segretario dem Letta che ha Bloomberg dichiara: «tutti i partiti devono rispettare il processo delle riforme legate al Pnrr, è impossibile non farlo con questi soldi. Proporrò a tutti partiti in campagna elettorale di firmare un patto, affinché tutti rispettino questo programma e queste scelte, perché questi soldi sono per l’Italia ma sono soldi europei. Spero che tutti lo firmino».
È in corso anche un botta e risposta fra il Pd e Forza Italia che scaricano la responsabilità di quanto accaduto. Rispondendo alle accuse del segretario dem, il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani invita Letta a fare “mea culpa, perché il suo progetto di campo largo ha provocato le dimissioni di Mario Draghi e poi ha impedito la nascita di un Governo Draghi senza M5S come avevamo chiesto noi“.
Il clima non è più sereno in casa azzurri: dopo Gelmini e Brunetta anche il senatore Cangini ha lasciato Forza Italia.
Reazioni dall’estero
«Con la sua levatura Draghi ha inaugurato un breve periodo d’oro per l’Italia quando ha assunto l’incarico di premier nel 2021» chiosa dall’altra parte dell’oceano il New York Times, che ha definito la caduta del Governo un “colpo devastante all’Italia e all’Europa“.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha salutato Draghi definendo un “partner fidato” e un “grande statista“. In una nota ribadisce che il “lavoro” svolto da Draghi “costituisce una base molto solida, su cui l’Italia può contare nei mesi e negli anni a venire” e che “durante la presidenza francese dell’Ue nel primo semestre del 2022 l’Italia di Draghi ha dato un sostegno incrollabile nel fornire risposte europee alle nostre sfide comuni, in particolare di fronte all’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia“.
di: Alessia MALCAUS
aggiornamento di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica