Mika, Cattelan e Pausini padroni di casa impeccabili
Inizia con un omaggio a Marconi l’Eurovision, e dopo un primo Nessun dorma si inizia con la musica, sul palco una scintillante Sherol Dos Santos.
Si tratta dell’evento non sportivo più seguito al mondo.
Il “sound of beauty” è scandito da Cattelan, Pausini e Mika. I due hanno optato per un total black, mentre Laura Pausini ha un meraviglioso vestito fucsia. Con questa edizione l’Eurovision torna in Italia dopo oltre trent’anni, grazie alla vittoria dei Maneskin.
Stasera in gara 17 Paesi, dall’Albania all’Armenia.
La prima gara in competizione è l’Albania, la cassa dritta incornicia la voce della cantante Ronela che ha evidentemente assorbito tutta la cultura pop da Madonna in poi e la calibra con maestria. Ballerini, luci strobo e fumo, ammiccamenti alla telecamera e un ritmo che si fa subito ricordare. Un reggaeton con sonorità che strizzano l’occhio alla musica turca.
Citi Zeni per la Lettonia sono i secondi in gara ed è subito tormentone in pieno anni ’90 con un sacco di vibes da boyband, la loro Eat Your Salad probabilmente ce la troveremo tra le orecchie per tutta l’estate.
Segue la Lituania con una ballad romantica dal titolo esemplificativo Sentimental cantata da Monika Liu, siamo solo alla terza esibizione ma salta all’occhio che Amadeus e le sue paillettes hanno fatto proseliti, in tutto il mondo.
Arriva la Svizzera con Marius Bear con la sentimentalissima Boys Do Cry, una voce morbida che scivola nelle orecchie senza graffiare particolarmente, bomber di pelle e capello a spazzola con richiami 80s, raggiunge pochi picchi d’intensità.
LPS per la Slovenia e il ritmo si fa più sofisticato. Disko con apposita palla da discoteca al centro del palco, una ballata che si rifà alla musica disco di anni che i giovanissimi musicisti non hanno sicuramente vissuto, ma hanno interiorizzato e riprodotto in maniera autentica.
Arrivano gli ucraini della Kalush Orchestra e smuovere il pubblico con il rap serratissimo di Stefania che intervalla musica corale a suoni della tradizione rivisitati in chiave rap, anche gli abiti dei componenti sono richiami alla tradizione e alla modernità. Pubblico molto partecipe, ovviamente anche per la carica emotiva che il gruppo porta sul palco per la semplice provenienza.
La Bulgheria porta sul palco un collettivo che punta a esaltare musica e cultura bulgara, con Intention arrivano le prime schitarrate rock. Gli Intelligent Music Project scelgono una ballata rock sinfonica, mimando il mondo del metal più per pose e stile che per potenzialità canore. Parte il riff tra le fiamme che fa subito commuovere i fan del genere à la Tenacious D.
Arriva l’Olanda con la giovane S10. Dopo 12 anni torna l’esibizione in olandese, che fa emergere il timbro caldo della cantante. De Diepte ha un ritmo avvolgente, esibizione emozionata per S10 con gli occhi lucidi in camera.
La Moldavia approda al palco di Torino con la band Zdob şi Zdub & Fraţii Advahov, anni ’90 con commistioni moldave, divertenti da vedere e ascoltare. Trenulețul ha il potenziale della hit estiva, ma le difficoltà di riuscire a capire e replicare solo “hey oh let’s go”.
È il turno del Portogallo con Saudade Saudade cantato da Maro. Come da titolo, un pezzo nostalgico e onirico, cantato in inglese e portoghese, il gruppo tutto al femminile riesce a combinare ed esaltare ogni voce nella sua peculiarità e rendere l’atmosfera ancora più intima.
La Croazia punta con il pop di Mia Dimšić e il suo Guilty Pleasure che si apre chitarra e voce. Momento teatro danza del corpo di ballo che si esibisce accanto alla cantante. Lasciata la chitarra Mia Dimšić lascia andare anche la voce. Altro pezzo candidato a tormentone con il violino e i cori godibilissimi.
Turno della Danimarca con le REDDI che portano sul palco The Show che parte piano ma si rivela un gran pezzo pop rock avvincente.
L’Austria ha deciso di puntare sul dj Lum!x in duetto con Pia Maria, hit da discoteca che sarà apprezzata dagli amanti del genere. Dagli altri un po’ meno.
Sigga, Beta, Elìn con Með Hækkandi Sól sono in gara per l’Islanda con un pezzo delicato e melodico.
La Grecia con Amanda Tenfjord porta Die Together una ballata romantica e raffinata.
Di tutt’altro tipo à la scelta della Norvegia con i Subwoolfer e la loro Give That Wolf A Banana con una performance improbabile e divertente con la banana come protagonista.
L’Armenia è l’ultima a esibirsi con Rosa Linn e la sua Snap in total white (anche la chitarra) una canzone per chi ama i vocalizzi e i virtuosismi. Forse causa doti attoriali non paragonabili a quelle canore esibizione un po’ forzatamente cinematografica.
Finita la gara parte l’omaggio alla musica dance con remix e sound studiati e particolari, con istallazioni e luci, spostandosi poi a piano e archi nota dopo nota si scoprono le hit che hanno fatto ballare milioni di persone in giro per tutto il Mondo. Arriva sul palco a scaldare con la sua voce Sophie And The Giants, accompagnata da Dardust e Benny Benassi.
Viene ricordata Raffaella Carrà, con Fiesta e il pubblico la saluta con una standing ovation. Arriva il momento di Diodato, il vincitore di Sanremo 2020 che avrebbe dovuto esibirsi all’Eurovision che a causa covid ha cantanzo la sua Fai rumore nella deserta Arena di Verona. Il cantante viene letteralmente immerso in quella marea umana a cui ha dovuto rinunciare a causa della pandemia.
Anticipazione del pezzo della Francia (che va di diritto in finale perché tra le big 5) un brano cantato in bretone, arrivano anche Blaco e Mahmood (anche l’Italia è una delle big 5) con l’anticipazione di Brividi che canteranno sul palco sabato sera.
Passano il turno: Svizzera, Armenia, Islanda, Lituania, Portogallo, Norvegia, Grecia, Ucraina, Moldavia e Olanda.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO