L’imputata è l’israeliana Fidaa Kiwan, arrestata a Dubai durante una visita a un conoscente. Era stata trovata con mezzo chilo di cocaina che ha negato di possedere

Si è tenuta oggi presso la Corte d’appello federale di Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, la prima udienza del processo di appello che potrebbe annullare la condanna a morte pronunciata lo scorso mese nei confronti dell’israeliana Fidaa Kiwan per possesso e vendita di droga.

Lo rende noto il suo avvocato, Ahmed Almazrouei, in un videomessaggio trasmesso dall’emittente pubblica Kan: «oggi è stata la nostra prima udienza per l’appello. Stiamo lavorando a una nuova strategia. Speriamo che la condanna a morte  venga annullata». Il punto principale della difesa è che l’imputata non aveva intenzione di vendere gli stupefacenti trovati in suo possesso, nello specifico mezzo chilo di cocaina. La residente di Haifa si trovava a Dubai per una visita a un conoscente quando era stata arrestata, il 17 marzo 2021.

In attesa che il processo d’appello prosegua, in virtù della legge, la condanna è stata congelata. La prossima udienza è in programma per il prossimo 31 maggio.

La famiglia della ragazza si era rivolta ai leader israeliani, in particolare, il ministro della Cooperazione regionale Esawi Frej e il ministro degli Esteri, senza successo. Per questo si era poi rivolta al Centro Mossawa, che difende i diritti dei cittadini arabi in Israele. «Se la sospettata fosse ebrea, le agenzie governative interverrebbero per aiutare lei e la famiglia. Abbiamo visto come l’ex primo ministro Netanyahu ha riportato un sospetto ebreo dalla Russia sul suo jet privato – ha dichiarato il Centro. – La sospettata nega che le droghe appartenessero a lei e afferma che erano di proprietà del proprietario dell’appartamento in cui alloggiava».

«La conosco da molti anni – ha aggiunto il fondatore del Centro, Jafar Farah. – Non credo che abbia i soldi per comprare mezzo chilo di cocaina. È stata arrestata per quasi un anno e ha finito per ricevere la condanna più dura che si possa ottenere per un reato del genere. Le è stato anche promesso, in via ufficiale, che se avesse detto alla polizia chi possedeva le droghe, avrebbero ricevuto una condanna più leggera, ma si è scoperto che gli altri due sospetti hanno ricevuto una punizione più lieve».

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA