Ripercorriamo le tappe dell’acquisizione del secolo (forse): il multi miliardario patron di Tesla si è mosso tra “passi doppi” e citazioni in tribunale

Come si fa a comprare un social network con oltre 460 milioni di utenti ed una crescita annua del 23,5%? Il primo requisito è avere 44 miliardi di dollari. Il resto potete impararlo leggendo le tappe di Elon Musk nella sua scalata a Twitter.

31 gennaio: Musk comincia a rastrellare le prime azioni di Twitter, fino ad arrivare ad acquistare il 5% di quote entro metà marzo.

27 marzo: dopo aver parlato privatamente con i vertici di Twitter, tra cui un amico, il co-fondatore Jack Dorsey, il miliardario comunica la sua intenzione di voler entrare a far parte del board.

4 aprile: Musk acquista il 9,2% di azioni di Twitter, versando 2,9 miliardi di dollari e riceve il benvenuto nel board dal ceo Parag Agrawal.

10 aprile: retromarcia. Agrawal annuncia che Musk non farà più parte del board. La decisione arriva dopo che il miliardario ha chiesto ai suoi più di 80 milioni di follower se Twitter non stia morendo, vista la bassa frequenza di interazioni dei personaggi pubblici.

14 aprile: Musk presenta, a sorpresa, la sua offerta d’acquisto di Twitter, disposto a pagare 54,20 dollari ad azione, per un totale di 43,4 miliardi di dollari. È lui stesso ad annunciarlo con un tweet.

15 aprile: i vertici del social annunciano con un comunicato di aver deciso di adottare una serie di misure per evitare una scalata aggressiva. Si parla di “pillola avvelenata”, una tecnica di difesa da un’offerta pubblica di acquisto ostile.

25 aprile: colpo di scena, Twitter dice sì. 11 giorni dopo, il board accetta l’offerta di Musk.

13 maggio: Musk annuncia che l’offerta d’acquisto è congelata in attesa di chiarimenti sul calcolo degli effettivi account falsi.

8 giugno: Twitter accetta di fornire a Musk i dati completi riguardo il numero di account falsi.

8 luglio: Musk ritira l’offerta.

12 luglio: il board di Twitter decide di portarlo in tribunale e deposita l’esposto alla Chancery Court nel Delaware.

19 luglio: il tribunale stabilisce che Twitter può accelerare la sua istanza nei confronti di Musk. Verrà stabilito un termine, il 28 ottobre, entro il quale le parti dovranno trovare un accordo, altrimenti si andrà a processo.

23 agosto: un ex capo della sicurezza di Twitter sostiene che la compagnia ha violato una serie di norme che avrebbero potuto proteggere il social e milioni di utenti da un attacco cyber.

4 ottobre: altro colpo di scena. Bloomberg riporta la notizia che Musk ha inviato a Twitter una lettera con cui conferma l’offerta al prezzo originale. Twitter dichiara di volere chiudere.

26 ottobre: Musk entra nel quartier generale di Twitter, a San Francisco, portando un lavandino e, postando il video, twitta: «let that sink (ndr: lavandino) in», un modo per dire “fatevene una ragione”.

di: Giulia GUIDI