proteste cina

Manifestazioni in piazza a Wuhan e Shangai, la folla urla: “Xi Jiping dimettiti!”, durissima la repressione

Potrebbe essere l’ondata di proteste in Cina più ostica da quando il regime del Partito Unico stroncò le rivolte di piazza Tienanmen. Nei giorni scorsi compresa la giornata di ieri e questa notte migliaia di persone sono scese in strada in varie città, occupando anche alcuni atenei. Tra queste Shanghai, uno dei luoghi più colpiti da continui lockdown draconiani, dove centinaia di persone hanno cantato: «Dimettiti, Xi Jinping! Abbasso il Partito Comunista!».

Nonostante le misure restrittive, la politica “zero-Covid” di Pechino sembra ormai incapace di contenere i contagi, che hanno comunque raggiunto un record dall’inizio della pandemia, con 31.527 casi registrati mercoledì scorso. Oltre ai lockdown il fuoco della rivolta è stato acceso anche dalla recente morte, in un incendio, di almeno 10 persone in una fabbrica a Urumqi, capitale della provincia cinese dello Xinjiang: la folla inferocita è scesa in piazza scandendo slogan, agitando i pugni in aria e travolgendo una barriera eretta da addetti della municipalità in tute protettive.

Le proteste non risparmiano Wuhan, città diventata emblema della pandemia da cui tutto sarebbe partito. Qui centinaia di persone sono scese nelle piazze, applaudendo e riprendendo le loro proteste con i cellulari. A Shanghai si sono registrati scontri te i manifestanti e la polizia.

Ieri le autorità hanno promesso una graduale uscita dalle misure anti contagio, non menzionando le proteste. Nel frattempo, la tv di Stato cinese che trasmette i Mondiali in Qatar ha iniziato a censurare le immagini che ritraggono tifosi senza mascherina.

di: Caterina MAGGI

aggiornamenti di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/MARK R. CRISTINO