La giudice del tribunale di Las Vegas ha respinto la causa per via della “condotta in malafede” dell’avvocato della donna, che avrebbe “rubato” dei documenti riservati

La giudice del tribunale di Las Vegas ha respinto la causa per stupro intentata contro Cristiano Ronaldo.

Kathryn Mayorga, la donna che ha accusato il calciatore portoghese di averla violentata in un hotel a Las Vegas nell’estate del 2009, ha perso la causa in un tribunale degli Stati Uniti. Mayorga aveva chiesto un risarcimento di 200 milioni di dollari, oltre ai 375.000 dollari “in nero” che aveva ricevuto in cambio di assoluta riservatezza sui presunti fatti e della rinuncia ad ogni causa.

La giudice distrettuale degli Stati Uniti, Jennifer Dorsey, a Las Vegas ha licenziato il caso in via extragiudiziale a causa delle forti irregolarità dell’avvocato della donna, Leslie Mark Stovall, ora accusato di “condotta in malafede” e uso di documenti riservati, ritenuti “rubati”.

Nella sentenza la giudice ha sottolineato di aver archiviato il caso a titolo definitivo, senza possibilità che possa essere ripresentato. Secondo la giudice Dorsey, Cristiano Ronaldo è stato danneggiato dalla condotta dell’avvocato Stovall.

«Trovo che l’approvvigionamento e l’uso continuato di questi documenti siano stati in malafede, e il semplice provvedimento disciplinare nei confronti dell’avvocata Stovall non curerà il pregiudizio su Ronaldo – ha spiegato la giudice nella sentenza – perché i documenti sottratti e il loro contenuto riservato sono stati inseriti nel tessuto stesso delle affermazioni della querelante, Kathryn Mayorga. Servono sanzioni dure».

Gli avvocati di entrambe le parti non hanno rilasciato dichiarazioni. La squadra legale di Ronaldo ha sempre sostenuto che tra i due ci fosse stato un rapporto consensuale ma l’accordo di riservatezza impediva a entrambe le parti di parlarne.

L’accusa sarebbe stata in parte basata su documenti piratati di Football Leaks, la fuga di notizie che ha portato a galla i segreti del calcio mondiale. Secondo la giudice, l’avvocato Stovall avrebbe “agito in malafede” al punto che la corte non è stata in grado di dire quanto del caso si basasse solo sui ricordi della donna o se fossero stati influenzati dai documenti legati a Football Leaks.

di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/EPA/PETER POWELL