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Il Copasir si sta occupando “di possibili ingerenze estere nelle elezioni”

Il terremoto politico che ha portato alle dimissioni del premier Mario Draghi entra in una nuova fase, quella della campagna elettorale. L’Election Day, infatti, è il 25 settembre e le forze politiche cominciano a farsi sentire.

Nel frattempo, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) sta valutando i rischi di possibili ingerenze estere sulle elezioni.

«Ce ne stiamo occupando – ha detto il presidente del Copasir Adolfo Urso –Siamo uno dei principali target [per lo spionaggio estero, NdR] perché siamo un Paese frontiera ma anche cerniera rispetto alle informazioni».

Il punto di vista dei partiti

«Ormai la macchina delle primarie siciliane è partita e il Movimento 5 stelle vi prenderà parte – ha dichiarato il leader pentastellato Giuseppe Conte – In queste ore però leggo diverse dichiarazioni arroganti da parte del Pd. Non accettiamo la politica dei due forni. Quel che vale a Roma vale anche a Palermo».

«Il prossimo premier? Finalmente lo sceglieranno gli Italiani: chi prenderà un voto in più avrà l’onore e l’onere di indicare il nome» è il commento di Matteo Salvini.

Riguardo alla possibilità di coalizione con il Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio ha affermato che “non c’è nessun corteggiamento, ma c’è sicuramente un dialogo perché non posso stare con chi diceva di volere il salario minimo o la riduzione fiscale ma poi hanno fatto saltare il Governo. Il partito di Conte è un partito padronale, verticistico, viene gestito da una sola persona. Se ne accorgeranno anche Raggi e Di Battista”.

Secondo Matteo Renzi serve “un Polo del buon senso”. «Mettiamo al centro chi sa fare le cose contro chi vorrebbe uscire dall’euro o contro chi banalmente ha mandato a casa l’Italiano più stimato di tutti – ha dichiarato al Tg1 il leader di Italia Viva – i populisti che hanno fatto fuori Draghi che tutta l’Europa apprezzava con passione».

Apre al dialogo, invece, Sinistra Italiana. «Noi siamo pronti a dialogare con tutti per sconfiggere questa destra sulla base di una piattaforma politica. Anche con i Cinque stelle» ha dichiarato il leader Nicola Fratoianni, che boccia “un’agenda Draghi perché “l’agenda Draghi non esiste, è la sintesi tra proposte di forze politiche divergenti. Dico chiaro al Pd e ad Enrico Letta che quella non è la strada”.

di: Francesca LASI

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