La sentenza della Corte Costituzionale di fatto smonta un altro tassello della legge Fornero

La Corte Costituzionale ha smontato un altro tassello della legge Fornero. Con la sentenza n. 125, la Consulta ha ribadito che per ricorrere contro i licenziamenti economici basta l’insussistenza del fatto.

Secondo la riforma, infatti, il giudice non è tenuto ad accertare che l’insussistenza del fatto posto a base del licenziamento economico sia “manifesta”. La Corte ha ritenuto incostituzionale la parola “manifesta”, poiché il requisito della manifesta insussistenza è indeterminato e si presta, proprio per questo, a incertezze applicative, con conseguenti disparità di trattamento.

Così, nelle controversie in materia di licenziamenti per ragioni economiche, produttive e organizzative, si rende necessario innanzitutto l’accertamento della sussistenza o insussistenza di un fatto, che è già di per sé un’operazione complessa. In più le parti si devono impegnare “nell’ulteriore verifica della più o meno marcata graduazione dell’eventuale insussistenza“.

Ecco dunque l’“aggravio irragionevole e sproporzionato” sull’andamento del processo in cui, all’indeterminatezza del requisito, si affianca anche una irragionevole complicazione sul fronte processuale.

«Il criterio della manifesta insussistenza – ha precisato inoltre la Corte – risulta eccentrico nell’apparato dei rimedi, usualmente incentrato sulla diversa gravità dei vizi e non su una contingenza accidentale, legata alla linearità e alla celerità dell’accertamento».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI