Zelensky valuta colloqui telefonici a tre con Erdogan e Putin. Peskov esclude il rischio default

Secondo quanto riportano diverse fonti diplomatiche europee, il riferimento all’embargo al petrolio russo è entrato nella bozza di conclusioni che sarà sul tavolo del vertice straordinario europeo. Sembra che sia stato raggiunto un compromesso su uno schema sanzionatorio “abbastanza strutturato” che prevede un embargo al petrolio in due fasi: la prima su quello proveniente via mare; la seconda, che sarà attuata solo in un secondo tempo, per il greggio proveniente dagli oleodotti.

L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrel, aveva già dichiarato questa mattina di “pensare” che si sarebbe arrivati a stabilire un accordo per l’embargo del petrolio russo nel sesto pacchetto di sanzioni. «La parola embargo non è esatta – specifica – si vuole fermare l’acquisto del petrolio russo da parte dei Paesi europei, bisogna decidere all’unanimità quindi ci sono trattative».

«Vladimir Putin usa il grano come arma di guerra – ha detto Borrell – ci sono 20 milioni di tonnellate di grano immagazzinate in Ucraina che dovrebbero essere esportate e poi si deve far spazio nei magazzini per il prossimo raccolto. Sulle vie per l’esportazione del grano ucraino dobbiamo trovare una strada alternativa, la rotta marittima è molto difficile, stiamo lavorando. Quanto all’idea di aprire un corridoio umanitario sul Mar Nero possiamo immaginarlo, ma non possiamo farlo senza l’accordo della Russia, queste acque sono piene di mine. Abbiamo bisogno di un accordo con la Russia e deve essere fatto a livello delle Nazioni Unite».

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha escluso il rischio default: «Non ci sono ragioni oggettive per un default della Russia in questa situazione. Ci sono i soldi e c’è la disponibilità a pagare, sia in rubli sia in un modo più conveniente per i detentori di obbligazioni».

Intanto il presidente ucraino Zelensky ha dichiarato che valuterà la proposta per tenere colloqui telefonici a tre con i leader di Russia e Turchia, Putin e Erdogan.

di: Micaela FERRARO

FOTO: EPA/OLIVIER HOSLET