Nel 2012 portò alla scoperta del bosone di Higgs, la “particella di Dio”, ora, dopo quattro anni di manutenzione, rientra in funzione con ancora più energia
Si apre oggi, 5 luglio, la terza fase di attività del Large Hadron Collider (LHC) al Cern di Ginevra, il più potente acceleratore di particelle al mondo, responsabile della scoperta del bosone di Higgs 10 anni fa.
«Avremo una capacità di esplorare l’incognito molto più elevata – afferma la direttrice del Cern Fabiola Gianotti, anticipando quelle che potrebbero essere le nuove scoperte con la ripresa di nuove collisioni a un’energia da record. – LHC funzionerà a un’energia senza precedenti. Ogni volta che si fa un salto di energia e si aumenta l’intensità dei fasci, e si producono più collisioni, si rafforzano le nostre opportunità di scoprire nuove particelle e nuovi fenomeni, ma anche di misurare con maggiore precisione le particelle che conosciamo. Penso in particolare al bosone di Higgs, che è una particella chiave per capire come funziona la fisica fondamentale e quindi l’universo».
Negli ultimi tre anni l’LHC ha vissuto un’intensa stagione di aggiornamento e manutenzione che lo hanno condotto al Run 3. Da oggi e per i prossimi quattro anni funzionerà ininterrottamente a un’energia di collisione pari a 13,6 trilioni di elettronvolt (TeV), fornendo agli esperimenti una precisione senza precedenti e un incomparabile potenziale di scoperte.
Spiega ancora Gianotti: «i rivelatori sono stati migliorati, abbiamo quindi la possibilità non soltanto di raddoppiare i dati raccolti, ma di migliorare le capacità di analisi, grazie a migliori prestazioni dei rivelatori e tecnologie di analisi avanzate basate su Machine Learning».
L’obiettivo dei ricercatori è quello di “scoprire la particella che costituisce la materia oscura dell’universo. Sappiamo che l’universo contiene circa il 25% di materia oscura e poter scoprire la particella che la compone sarebbe chiaramente un passo enorme”, come spiega Gianotti.
Ricordando il giorno della scoperta della “particella di Dio”, il 4 luglio 2012, aggiunge: «una giornata favolosa, di una gioia immensa, mia personale e per tutta la comunità della fisica delle particelle, tutti coloro che hanno partecipato e contribuito all’impresa. Un lavoro di migliaia di fisici, ingegneri, tecnici durante diversi anni. Per un ricercatore non c’è nulla di più gratificante che scoprire una nuova particella».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA