L’ultimo saluto alla 22enne nella Basilica di Santa Giustina a Padova

L’appuntamento è alle 11 nella Basilica di Santa Giustina a Padova, in una chiesa gremita e presidiata dalle forze dell’ordine. L’occasione è l’ultimo saluto a Giulia Cecchettin, un funerale corale che riunisce nella Padova a lutto migliaia di persone.

All’interno della Basilica i posti sono stati ridotti a 1.200, mentre all’esterno sono stati allestiti dei maxi schermi. Il feretro ha raggiunto la Basilica, una bara bianca ricoperta di rose bianche accolta da un sommesso applauso dal sagrato. In totale, si stima la partecipazione di oltre 10mila persone al funerale di Giulia Cecchettin. All’uscita della bara, raccogliendo l’invito della sorella Elena a “fare rumore”, i presenti hanno tradotto l’urlo di dolore agitando chiavi e oggetti metallici.

Dopo la cerimonia del vescovo Claudio Cipolla, alle 14 si terrà un momento di preghiera nella chiesa parrocchiale di Saonara, città natale della famiglia di Cecchettin. Il corpo della 22enne sarà seppellito accanto a quello della madre 51enne, morta lo scorso anno per una malattia.

Quanto alla partecipazione istituzionale, fra le varie figure non manca il presidente del Veneto Luca Zaia insieme al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti. Mentre in un primo momento si pensava che potesse partecipare anche Giorgia Meloni, in rappresentanza del Governo partecipa alle esequie il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

Fra gli altri politici spiccano i parlamentari Antonio de Poli, Laura Boldrini, Alessandro Zan e Andrea Martella, così come molti sindaci insieme al presidente regionale Anci Mario Conte, oltre al primo cittadino di Padova Sergio Giordani. Partecipa al funerale di Cecchettin anche la rettrice dell’Università Daniela Mapelli.

Gino Cecchettin: “la sua morte sia svolta contro violenza donne”

Il padre di Giulia ha colmato l’attesa per le sue parole con un discorso intimo e allo stesso tempo corale pronunciato al termine della messa. «Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne».

«Cara Giulia è il momento di lasciarti andare, salutaci la mamma. Impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per questi 22 anni» conclude poi salutando la figlia. «Voglio sperare insieme a te a alla mamma, e a tutti voi qui presenti, che tutta questa pioggia di dolore fecondi il terreno delle nostre vite, e un giorno possa germogliare, e produca il suo frutto di amore, di perdono, e di pace. Addio Giulia, amore mio».

L’omelia del vescovo Cipolla

Molto sentito anche il messaggio ai giovani del vescovo che ha celebrato il rito: «nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità!».

«L’amore – prosegue – non è un generico sentimento buonista. Non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi. È empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, compassione che nell’ascolto dell’altro trova la via per spezzare l’autoreferenzialità e il narcisismo».

Procura di Roma: 10 codici rossi attivati ogni giorno

Nel frattempo in questa giornata la Procura di Roma ha confermato che gli episodi di violenza sulle donne sono una “straordinaria e permanente emergenza“. Secondo il procuratore capo Francesco Lo Voi quest’anno la Procura ha “avviato 8.433 nuovi procedimenti e avanzato 700 misure cautelari, quasi tutte accolte“. Il codice rosso è stato attivato in 3.392 casi, “l’equivalente di 10 casi al giorno“.

Metsola: ricordiamo Giulia Cecchettin con un minuto di rumore

Da Palermo la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha ricordato Giulia Cecchettin. «Nessuna parola di conforto potrà mai riportare indietro Giulia, dobbiamo fare di più per le donne – ha dichiarato Metsola durante l’inaugurazione dell’anno accademico – Oggi migliaia di persone si sono riunite in un abbraccio che non ha confini, e vi invito a ricordarla non con un minuto di silenzio ma con un minuto di rumore con un applauso che deve arrivare a Padova».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/MARCO ALBERTINI