L’evento straordinario di Confindustria in Vaticano, alla presenza di Papa Francesco
«In questa nostra Italia, avvertiamo, oggi più che mai, il dovere di offrire il nostro contributo centrato sulla definizione condivisa di un “lavoro degno”. Non è così, purtroppo, nella nostra Italia». A pronunciare queste parole e questo appello è il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi durante l’Udienza del Santo Padre all’Assemblea Pubblica di Confindustria nell’Aula Nervi.
La decisione di trasformare l’Assemblea di Confindustria in un evento straordinario in Vaticano era stata presa mesi fa dallo stesso Bonomi per “evitare che l’assise diventi motivo per tirare la giacchetta al presidente, al sistema industriale italiano“. «Una decisione assunta mesi fa quando certamente non avremmo immaginato che si sarebbe tenuto a pochi giorni dalle prossime elezioni politiche in Italia. Ma a maggior ragione, oggi, siamo persuasi di aver compiuto una scelta lungimirante. Non solo è del tutto coerente con la storia della nostra Associazione, che è autonoma, agovernativa e apartitica e propone e risponde solo nel merito degli interventi legislativi ma soprattutto questa scelta ci consente un ulteriore passo avanti nel rapporto che Confindustria ha l’onore di avere con sua Santità» – ha spiegato ancora.
«Oggi che gli orizzonti della politica sembrano sempre più corti e schiacciati su false priorità, avvertiamo più che mai la necessità di progetti di lungo orizzonte, come unica via per dare risposta ai drammatici problemi della società italiana – ha proseguito Bonomi. – Crediamo profondamente che sia proprio l’industria, la nostra industria, a poter costituire il primo motore di un vero, nuovo, umanesimo industriale, ad essere progettista di futuro».
Molti i temi toccati dal presidente durante il suo discorso, tra questi il prepensionamento su cui ha detto: «lo Stato ha la responsabilità di superare la strategia del prepensionamento, proprio perché abbiamo bisogno sia di più occupati giovani sia di più occupati tra gli over sessantenni. Purtroppo, siamo l’unico Paese al mondo in cui si parla di pensioni appena si inizia a parlare di lavoro. La dignità e libertà del lavoratore, over sessantenne, non si tutela con il prepensionamento, ma continuando a offrirgli mansioni coerenti all’esperienza preziosa che ha maturato e che può attivamente trasferire. Continueremo a volere e a sognare un Paese unito. Un Paese in cui il verbo prioritario non è “prendere”, ma è “dare”: dare agli altri; dare lavoro; dare futuro; dare dignità; dare libertà».
«Il criterio per definire un lavoro “degno” non è solo quello monetario – ha proseguito. – Nel nostro Paese in troppi settori l’offerta di lavoro continua a essere caratterizzata da infime retribuzioni. Questo, desidero ripeterlo, non riguarda in alcun modo l’industria. Quelli non siamo noi!. Ecco perché il tema dell’intervento per Legge sul Salario Minimo non ci tocca. Ad essersi opposti sono altri settori, sui quali bisognerebbe, invece, avere il coraggio di intervenire».
E ancora sull’integrazione dei lavoratori stranieri: «la curva demografica italiana rende ancor più necessario contare su un efficace modello di integrazione nazionale e di piena cittadinanza per gli immigrati e i lavoratori stranieri nel nostro Paese. Noi come imprese ci siamo. In moltissime nostre aziende, infatti l’apporto degli immigrati è crescente da anni e insostituibile».
Infine Bonomi ha lasciato un appello per “non farci trovare impreparati” in caso di stop alle forniture di gas dalla Russia. «È fondamentale fare un piano di razionamento e farlo al meglio, perché se fermiamo le imprese, fermiamo il Paese, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e redditi delle famiglie. E le imprese che chiudono oggi non riaprono più. Se non si comprende che questo è un tema di sicurezza nazionale c’è un problema» – ha aggiunto.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA / CIRO FUSCO