giorgia meloni

La leader di FdI ribadisce ancora pieno sostegno all’Ucraina

Dalla platea del Forum Ambrosetti in corso a Cernobbio Giorgia Meloni parla alla classe imprenditoriale italiana e rilancia una modifica del Pnrr. Il piano, scritto prima dell’esplosione della crisi energetica, “è previsto che possa essere rivisto”, che non vorrebbe comunque dire “stravolgerlo”.

Come a strizzare l’occhio alle ultime dichiarazioni dell’alleato Salvini, Meloni interviene anche sulle posizioni di Roma in merito al conflitto in Ucraina: «se l’Italia si sfila dai suoi alleati, per l’Ucraina non cambia niente ma per noi sì» avverte, precisando che si tratta sia di “credibilità” sia di una questione economica, dato che l’80% dell’export ucraino è diretto proprio all’Occidente.

Le sanzioni alla Russia dividono la politica

Nella giornata del primo vero confronto fra i 6 principali leader politici, che si incontreranno a Cernobbio per la giornata di chiusura del Forum Ambrosetti, la polemica è accesa sulle sanzioni alla Russia.

A prendere la parola per invocare una modifica, se non una eliminazione, delle sanzioni contro Mosca, è Matteo Salvini: «è l’unico caso al mondo in cui le sanzioni che dovrebbero fermare la Russia, mettere in ginocchio la Russia, invece, che punire i russi stanno punendo gli italiani – spiega. – Quindi evidentemente qualcuno ha sbagliato i suoi conti».

Immediata e netta la risposta di Enrico Letta che commenta con un tweet lapidario: «credo che Putin non l’avrebbe detta meglio».

«La coalizione – prosegue poi il segretario del Pd da Reggio Emilia – checché ne dica la Meloni, ha una scelta che è profondamente ambigua su una delle questioni oggi più importanti, quella dell’aggressione russa all’Ucraina. Salvini vicino a Putin, pro Putin, che sostiene le tesi di Putin, è un vero pericolo per il nostro paese».

«Evidentemente è una scelta che è contro di noi, e l’idea che diamo il governo del nostro paese in mano alle quinte colonne del putinismo in Italia, è un argomento in più per combattere fino alla fine, voto per voto, casa per casa, strada per strada» spinge ancora il segretario dem che in giornata torna all’attacco.

Le parole di Salvini, spiega Letta, “sono chiarissime e ci indicano la strada che prenderà l’Italia se vincesse la destra. In quel caso brinderebbe in primo luogo Putin, poi Orban e poi Trump“.

«Scegliere la destra che ha come rapporti preferenziali quelli con i governi ungherese e polacco significa retrocedere dall’Europa di serie A all’Europa di serie B» aggiunge.

In effetti gli alleati di coalizione di Salvini si tirano indietro. I “draghiani” di Forza Italia hanno le idee chiare sulle sanzioni, che Tajani non esita a definire “giuste” poiché “la priorità è abbassare il costo dell’energia e lo si deve fare con un tetto europeo al prezzo del gas, ecco perché serve un’azione congiunta di tutta l’Unione per porre rimedio alle sanzioni giuste che sono state inflitte dall’Europa alla Federazione russa“.

Anche Fratelli d’Italia prende le distanze dalla posizione di Salvini, con il senatore Giovanbattista Fazzolari che bacchetta l’alleato: «decisioni come il sostegno all’Ucraina, l’invio di armi e le sanzioni, devono essere concordate con i partner occidentali, e l’Italia deve mantenere la compattezza dell’alleanza. È inimmaginabile che un governo sulla questione Ucraina segua una linea diversa da quella dei partner occidentali».

La risposta di Salvini sulle sanzioni

«È un mese che qualunque cosa che io faccia mi si accusa di putinismo, io difendo solo gli interessi dell’Italia e degli italiani». Così il leader della Lega risponde alle polemiche delle ultime ore sulle sue dichiarazioni in merito alle sanzioni contro la Russia, intervenendo alla tavola rotonda al Forum Ambrosetti.

Scontro Conte-Calenda su Draghi

Sempre al Forum di Cernobbio, i leader si confrontano anche sul prossimo premier, con Calenda che si dice pronto pur preferendo Draghi, attualmente “alla guida del Paese mentre noi giochiamo a racchettoni in campagna elettorale“. «Dobbiamo cercare di tenercelo – aggiunge – e può succedere se prendiamo molti voti perché la destra, nella quale si detestano tutti, si sfascerà».

Non è dello stesso avviso Giuseppe Conte che sfiducia il “metodo Draghi“. Il leader del Movimento: «Trovo pericoloso che le forze politiche si rifugino in un cosiddetto metodo che è emergenziale: non si può governare un Paese senza confronto e dialettica politica».

«Le elezioni, lo dico per tutti gli orfani del metodo Draghi, ci sarebbero comunque state dopo cinque mesi e le emergenze, come il conflitto ucraino, resteranno tutte lì sul tavolo anche a febbraio o marzo».

Berlusconi ricompatta il centrodestra: “tre leader indispensabili”

Al di là del nodo sanzioni, proseguono le prove di unità nella coalizione di centrodestra. Oggi a riallacciare i ponti a tratti scricchiolanti fra gli alleati è Silvio Berlusconi che tende la mano a Giorgia Meloni: «è davvero brava – sottolinea il Cavaliere – sa come parlare al suo elettorato e non ha bisogno di alcun consiglio».

«Del resto, lo dico da uomo di televisione oltre che da leader politico, nella comunicazione una persona è credibile quando è davvero se stessa» aggiunge.

A chi mette in luce le divergenze tematiche fra i due, Berlusconi ammette che “Giorgia e io abbiamo storie diverse, un linguaggio diverso, una cultura politica diversa, funzioni diverse nella coalizione“, precisando poi che “questo non ci impedisce di collaborare lealmente“.

«Il centrodestra ha tre leader, tutti indispensabili per vincere» conclude il presidente azzurro.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI