Le reazioni fredde di Azione all’apertura di IV non piacciono ai militanti del partito di Renzi. Il cdx presenta il programma ai leader
Carlo Calenda, al centro del dibattito politico di questi giorni, ha spiegato che con Matteo Renzi sono in corso dei colloqui, “ci siamo sentiti, ci parliamo, i due staff sono in contatto, stiamo discutendo. L’accordo non c’è ancora” e ha sottolineato che i due leader si stanno confrontando su “cosa vogliamo fare, di come organizzare la campagna elettorale, di come sarà costruita la leadership, di chi parlerà per la coalizione. E ovviamente siamo parlando anche di collegi“. A proposito di leadership Calenda ha spiegato che “una delle cose che ci siamo detti è che deve essere chiara la leadership, che comunicheremo se e quando sarà stato fatto l’accordo“. E non è detto che sia uno dei due leader, ma “può essere un terzo o, ancora meglio, una terza“.
Durante tutta la giornata sono stati numerosi i contatti tra il numero uno di Azione e quello di Italia viva che dovrebbero sancire il nuovo patto centrista che li porterebbe a correre insieme alle politiche. «Ci stiamo parlando da ieri e ci riparleremo oggi. L’unica cosa importante è che ci sia chiarezza sui comportamenti. Ci parleremo in questi giorni e cercheremo di offrire all’Italia qualcosa che sia serio e netto con l’impegno di non candidare persone che non hanno competenze nel pubblico o nel privato, dobbiamo chiudere la stagione di Di Maio e Toninelli», specifica Calenda.
Le reazioni da parte di Azione sono state fredde nei confronti di Renzi e tra i dirigenti di IV c’è scetticismo sulla possibilità che Calenda raggiunga un accordo, ma il confronto è in work in progress e “parliamo soprattutto di cosa vogliamo fare, stiamo definendo, stiamo definendo tutto, e definiremo anche i collegi“, ha affermato il leader di Azione.
E circa la possibilità che Giorgia Meloni diventi premier, Calenda dice: «è un problema. Ha una mancanza di esperienza molto significativa. Io non penso sia fascista ma non è stata mai chiara su questo. E le dico ‘attenta Giorgia perchè i primi ministri francesci e tedeschi se non sei chiara non ti stringono manco la mano’. Rischiamo di finire dalla serie A alla serie C».
ENRICO LETTA: PER EMERGENZA MIGRANTI USCIRE DAI TRATTATI EUROPEI
«Sembrerà forte detto da me ma noi dobbiamo uscire dai trattati europei, perché i trattati europei, su questo punto, obbligano all’unanimità. Allora io dico: facciamo un accordo fra i Paesi, senza l’Ungheria. Insieme agli altri organizziamo una forma di accoglienza diffusa e i rapporti coi Paesi terzi, sennò non saremo mai in grado di gestire» così il segretario Dem in merito all’emergenza migratoria.
Ai microfoni di Rai3 Letta ha spiegato che Renzi e Calenda “sono due leader politici che hanno fatto questa legislatura da eletti con il Pd poi, siccome non possono immaginare di stare in un partito nel quale ci sono anche altri, hanno deciso di fare una scelta in solitaria. Penso che andranno insieme, vedremo“.
Ha inoltre ribadito la posizione del voto secco, “o Meloni e Salvini o noi. Questa è la scelta essenziale per i prossimi cinque anni, è una scelta su cui il Paese si gioca il futuro, l’alternativa” a noi “non vi porta da nessuna parte” per questo il segretario del Pd sottolinea che “faremo la nostra campagna elettorale, sulle cose e concreta“.
DI BATTISTA: MAI SOTTO GRILLO
Alessandro Di Battista ha pubblicato un video sui social in cui spiega come mai ha scelto di non candidarsi con il M5s benché si vociferasse di un suo riavvicinamento a Conte: «io politicamente non mi fido di Beppe Grillo. Ancora Beppe Grillo fa da padre padrone e io sotto di lui non ci sto. Anche se non dimentico quello che ha fatto per il paese e anche per me. Non solo lui ma anche GianRoberto Casaleggio. Beppe Grillo ci ha rimesso una valanga di soldi con il Movimento, oltre che la sua tranquillità personale. Però dovrebbe fare un passo di lato».
Inoltre, rimarca, molti del M5s non sono favorevoli a un suo rientro: «molti del M5s non mi vogliono. Nessuno mi ha chiamato e mi ha detto ‘abbiamo bisogno di te’, a parte Danilo Toninelli. Il più disponibile è stato Giuseppe Conte che è stato la persona più onesta e più corretta con me. Abbiamo avuto una interlocuzione molte leale, lo ringrazio. Per me è un galantuomo. Credo che abbia veramente a cuore gli interessi del Paese. Ma se non ci sono le condizioni se lo stesso garante non ti vuole e non è riuscito a prendersi le proprie responsabilità politiche, non posso firmare una fiducia in bianco al Movimento».
IMPEGNO CIVICO CANDIDA LA GRETA ITALIANA
La “Greta” made in Italy si candiderà con Impegno Civico: si tratta di Federica Gasbarro, che si collegherà oggi alle 15 con il titolare della Farnesina e da qui potrebbe ufficializzare la propria candidatura.
IL PROGRAMMA DEL CENTRODESTRA
Il leader della Lega Matteo Salvini ha confermato che se alle elezioni Giorgia Meloni prenderà un voto in più sarà lei la nuova premier. «Se prende un voto in più Giorgia Meloni, il premier lo fa Giorgia Meloni. Se prende un voto in più Matteo Salvini, lo fa Matteo Salvini. Più chiaro, bello e lineare di così non si può. Questa è la democrazia, mentre dall’altra parte invece c’è il gratta e vinci tra Letta, Renzi, Calenda, Di Maio, Bonino, Speranza, Conte, Fratoianni e chi più ne ha più ne metta».
Silvio Berlusconi ha commentato quanto sta succedendo in questi giorni di campagna elettorale stringendosi con forza alla definizione di “centro”: «Forza Italia non ha un nuovo simbolo: abbiamo solo aggiunto un elemento del Ppe che in tutta Europa rappresenta il centro vero, alternativo alla sinistra, non cartello elettorale nato dal nulla ma il continuatore della tradizione liberale cristiana e atlantista – ha dichiarato. – Noi sempre dalla parte dell’Occidente e del mondo libero: il prossimo governo avrà una politica atlantista, di questo noi saremo garanti».
Tajani ha presentato oggi il nuovo logo di Forza Italia, il simbolo per le elezioni del 25 settembre che riporta al centro il logo di FI, la scritta “Berlusconi presidente” nella parte bassa e quella “Partito popolare europeo” in quella alta.
Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, lo schema su cui sta lavorando il centrodestra è basato non su due mini liste separate, bensì in un’unica singola lista capace di racchiudere tutti gli indirizzi “centristi” della coalizione.
In serata è arrivata la notizia della fine del tavolo sul programma che sarà poi vagliato dai leader. Come spiega una nota diffusa da tutti i componenti del tavolo non saranno previsti ulteriori incontri e la bozza sarà consegnata ai leader degli schieramenti della coalizione per ricevere l’approvazione definitiva.
ABI AI PARTITI: “ANCORA IN EMERGENZA”
Il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, insieme al direttore generale, Giovanni Sabatini, ha scritto una lettera indirizzata alle Commissioni parlamentari e ai partiti in vista delle prossime elezioni, sottolineando che siamo “ancora in emergenza” e che è necessario “rimuovere vincoli strutturali e attivare politiche economiche chiare e stabili”.
«La pandemia e la guerra russo-ucraina rendono necessario che il percorso di crescita dell’economia italiana non si interrompa, anche perché il livello del reddito complessivo in Italia è ancora molto inferiore a quello del periodo precedente all’avvio della grande crisi economica e finanziaria. C’è la necessità che la crescita sia inclusiva e sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale».
Nel testo vengono elencati una serie di passi fondamentali per realizzare “una vera unione bancaria europea“. Inoltre l’Abi fa notare che “sono stati fatti passi avanti per recuperare competitività“, ma “la produttività, in particolare quella totale dei fattori, in Italia è ancora insoddisfacente nella comparazione internazionale”.
Secondo l’Abi occorre studiare politiche mirate per dare slancio alle imprese, contrastare l’evasione e l’inflazione e aumentare l’occupazione giovanile, agendo in modo da ridurre il gap tra il centro nord e il sud.
IL M5S DAL NO DI CASALINO A TODDE
Sul fronte M5s arriva intanto la candidatura della viceministra al Mise e vicepresidente del M5s, Alessandra Todde: «Sono orgogliosa di essermi autocandidata per le parlamentarie del @Mov5Stelle al fianco di @GiuseppeConteIT. In testa ho questo grande progetto, da portare avanti con tutte e tutti voi, e nel cuore la Sardegna. Ora avanti uniti, perché noi #siamoaltracosa. Forza!».
Rocco Casalino in un’intervista al Corriere della Sera ha dichiarato che non intende candidarsi con il M5S per non scatenare polemiche: «ho capito che la mia presenza in lista avrebbe scatenato polemiche e l’ultima cosa che voglio è arrecare un danno al Movimento o a Conte, a cui mi lega un rapporto di stima e affetto. Io non avrei mai chiesto di essere messo in liste bloccate o di avere un collegio sicuro. Volevo poter partecipare alle parlamentarie come tutti, volevo giocarmela. E comunque, conoscendo Conte, lui non mi avrebbe mai blindato con una candidatura sicura, mai».
Casalino ha aggiunto di esser stato “combattuto fino alla fine”: «non ci ho dormito per quattro notti. Perché da un lato c’è la mia militanza decennale nel Movimento e la mia voglia di impegnarmi in questo nuovo percorso di Conte e dall’altra la consapevolezza di quanto il mio nome continui ad essere ancora, dopo tanti anni, così divisivo. Conte si è comportato come un fratello con me. Ci siamo sentiti fino all’ultimo e mi ha sempre detto di decidere liberamente, ma io purtroppo ho sempre un senso di colpa che le mie azioni possano danneggiare l’immagine di Conte. Nonostante siano passati 22 anni dalla mia partecipazione al ‘Grande Fratello’ il mio nome continua a essere ancora ghiotto per chi vuole infangare non tanto me, ma il Movimento con quello che è il ‘metodo Boffo’. Già immagino i titoloni che avrebbero fatto: ‘Ecco Casalino, dalla casa del Gf al Parlamento’. Ma lo dico con cinque anni di anticipo: al prossimo giro ci sarò! Mi auguro che dopo 15 anni di militanza e lealtà al mio partito e a distanza di 30 anni dal ‘Gf’, nessuno possa più recriminarmi nulla».
di: Micaela FERRARO
aggiornamento: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/ETTORE FERRARI