L’ente regolatore di Mosca ha dovuto rivedere al ribasso le proprie stime, preoccupato anche da un rallentamento dell’attività di prestito
L’analisi diffusa dalla Banca centrale russa ritrae uno scenario economico nazionale incerto e fortemente influenzato dai fattori geopolitici, guerra in primis.
La più evidente preoccupazione dell’ente riguarda gli effetti diretti delle sanzioni, dalla frenata all’export russo alle restrizioni finanziarie: elementi che costringono Mosca a rivedere al ribasso le proprie previsioni di crescita.
In più, «nel medio termine prevalgono i rischi inflazionistici, sebbene la loro influenza sia diminuita rispetto alla fine di febbraio».
Rispetto alle dinamiche inflazionistiche, la Banca centrale tiene gli occhi puntati anche sulle dinamiche del tasso di cambio del rublo, che potrebbero portare a un ulteriore inasprimento delle condizioni monetarie.
Quello che si prospetta è soprattutto un clima di incertezza, nel quale le Banche sono costrette ad premio di rischio elevato nei tassi di prestito e dunque ad aumentare i requisiti per la concessione di mutui, portando ad un “rallentamento più significativo dell’attività di prestito“.
Alla luce di questo quadro, la Banca centrale russa ha stimato una riduzione della crescita dell’economia nel 2022 dell’8-10% e nel 2023 tra lo 0 e il 3%. Un rialzo della curva è previsto per il 2024. Parallelamente, l’inflazione crescerà quest’anno al 18-23%, per poi scendere al 5-7% nel 2023 e tornare al 4% nel 2024.
di: Marianna MANCINI