Ricorre oggi il 44esimo anniversario dalla morte di Aldo Moro, avvenuta il 9 maggio 1978

Ricorre oggi il 44esimo anniversario della morte di Aldo Moro, il politico assassinato il 9 maggio 1978 al termine di un rapimento durato un mese e mezzo.

In ricordo del politico, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori il via Caetani, alla presenza della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il presidente della Camera, Roberto Fico, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, il presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.

«Questa giornata deve servire ai giovani per dar loro la piena consapevolezza che i diritti, le libertà, la democrazia, garantiti dalla Costituzione, figlia della Resistenza, non sono per sempre – ha detto il presidente della Camera Roberto Fico aprendo la cerimonia -. Sono stati nei decenni passati difesi strenuamente dalle generazioni che vi hanno preceduto e richiedono di essere protetti ogni giorno da ogni tipo di minaccia. Di fronte a nuovi potenziali pericoli per la convivenza civile e per le nostre democrazie, dobbiamo fare scudo dimostrando di aver appreso la lezione». 

«Non dimenticare è l’imperativo che questa giornata di memoria e riflessione consegna a tutti noi – ha aggiunto la presidente del Senato Elisabetta Casellati durante la cerimonia -. Non dimenticare le vittime che il terrorismo ha voluto colpire per il loro impegno al servizio delle Istituzioni repubblicane o per le loro idee. Politici, magistrati, agenti delle forze dell’ordine, giornalisti, docenti, sindacalisti e impiegati pubblici caduti nel mirino del terrorismo degli “opposti estremismi” per il loro lavoro e il loro impegno democratico, sociale e culturale».

Moro, tra i fondatori di Democrazia Cristiana di cui era stato eletto presidente nel 1976, fu rapito la mattina del 16 marzo 1978. Quel giorno era prevista la presentazione del Governo di Giulio Andreotti in Parlamento per la fiducia e l’auto che trasportava Aldo Moro fu bloccata in via Mario Fani a Roma da un nucleo armato delle Brigate Rosse. I brigatisti uccisero i due carabinieri a bordo e i tre poliziotti della scorta, dopodiché sequestrarono il politico.

La notizia sconvolse il Paese: chiusero i negozi, gli studenti lasciarono le aule e si riunirono in assemblee, le attività quotidiane vennero sospese; l’agguato e il rapimento furono rivendicati alle 10:10 del mattino da una telefonata di Valerio Morucci all’agenzia di stampa Ansa: «abbiamo sequestrato il presidente della Democrazia cristiana Moro ed eliminato la sua guardia del corpo, teste di cuoio di Cossiga. Seguirà comunicato. Firmato Brigate Rosse».

Il 9 maggio dopo 55 giorni di detenzione, Moro fu assassinato da Mario Moretti con la complicità di Germano Maccari. Il cadavere fu ritrovato lo stesso giorno in una Renault 4 rossa parcheggiata in via Michelangelo Caetani, in pieno centro a Roma.

Dopo 10 anni, alcuni brigatisti raccontarono cosa avvenne quella mattina: sembra che Moro fu fatto alzare alle 6:00 del mattino, alcuni dicono con la scusa di essere trasferito in un altro covo altri sostengono che gli fu detto che era stato graziato. Venne fatto entrare nel portabagagli di una vettura rubata e coperto con un lenzuolo rosso, dopodiché sembra che Moretti sparò alcuni colpi con una pistola Walther PPK calibro 9 mm x 17 corto. L’arma però pare si sia inceppata e così sembra che Moretti abbia usato una mitragliatrice Samopal Vzor.61, sparando 11 colpi che perforarono i polmoni di Moro uccidendolo.

di: Micaela FERRARO

FOTO: ANSA/EPA