ANSA/STEPHANIE LECOCQ

Ha lanciato una campagna globale chiamata “Protect the Protest”

Secondo Amnesty International il diritto a manifestare è minacciato in tutto il mondo e proprio per questo ha lanciato una campagna globale, Protect the Protest, per contrastare la situazione.

«Dalla Russia allo Sri Lanka, dalla Francia al Senegal e dall’Iran al Nicaragua, le autorità statali usano una gamma crescente di strumenti per reprimere il dissenso organizzato. I manifestanti in tutto il mondo stanno affrontando un potente mix di divieti, con un numero crescente di leggi e altre misure per limitare il diritto alla protesta; di abuso della forza con la progressiva “militarizzazione” delle forze di polizia; limiti sempre più ristretti all’aggregazione e sorveglianza mirata; interruzioni di Internet e censura online; e abusi e stigmatizzazione. Inoltre i gruppi emarginati e discriminati subiscono sempre più limitazioni», si legge in una nota dell’organizzazione per i diritti umani.

«È tempo di alzarsi in piedi e ricordare ad alta voce a coloro che sono al potere il nostro diritto inalienabile di protestare, esprimere lamentele e chiedere il cambiamento liberamente, collettivamente e pubblicamente», ha detto Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International.

I principali strumenti individuati da Amnesty sono tre: il primo, legislazione restrittiva, divieti e un uso sempre più esteso del ricorso ai poteri di emergenza; secondariamente, la “demonizzazione” dei manifestanti, che spesso vengono chiamati “terroristi” e infine la “militarizzazione della polizia“, con un uso spesso improprio di armi non letali e con l’aumento di mezzi militari. 

di: Federico ANTONOPULO

FOTO: ANSA/STEPHANIE LECOCQ