ANSA/ EPA/VALDRIN XHEMAJ

I cittadini kosovari di etnia serba protestano contro il divieto di documenti di identità e targhe serbe in Kosovo. Si teme uno scontro armato

Nuove tensioni tra Serbia e Kosovo. Da giorni sono in corso manifestazioni da parte dei cittadini kosovari di etnia serba contro le nuove misure varate da Pristina sul divieto di documenti di identità e targhe serbi in Kosovo che entreranno in vigore il 1 agosto.

I dimostranti hanno bloccato le strade che conducono ai valichi di confine di Jarinje e Bernjak, poi chiuse dalle autorità kosovare. Media locali riferiscono che la Forza per il Kosovo a guida Nato (Kfor) ha inviato militari a pattugliare le strade. 

In una stampa si legge che La missione internazionale guidata dall’Alleanza Altantica “sta monitorando da vicino la situazione ed è pronta a intervenire se la stabilità fosse messa a repentaglio” e si sottolinea che “la situazione generale della sicurezza nei comuni settentrionali del Kosovo rimane tesa”.

La disputa ha riacceso glia attriti tra Pristina e Belgrado, che non riconosce l’indipendenza del Kosovo. Si teme, addirittura, uno scontro armato.

Durante un discorso alla nazione, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che il Paese non si è “mai trovato in una situazione così complessa e difficile”. Vucic avrebbe, poi, mostrato una cartina del Kosovo coperto dalla bandiera serba e ha avvertito che se la Serbia sarà minacciata” ne uscirà vittoriosa”.

Secondo il premier del Kosovo Albin Kurti, citato dall’agenzia di stampa turca Anadolu, alcuni “gruppi serbi” avrebbero aperto il fuoco contro la polizia kosovara al confine.

 Dopo la guerra, terminata nel 1999, il Kosovo aveva autorizzato l’uso di targhe emesse dalle istituzioni serbe in quattro municipalità del nord del Paese dove sono presenti maggioranze serbe. Le nuove norme, invece, permettono solamente l’uso di targhe con l’acronimo Rks, Repubblica del Kosovo. I proprietari di automobili hanno tempo fino alla fine di settembre per effettuare il cambiamento. 

Anche la Russia dice la sua. «Facciamo appello a Pristina, agli Usa e alla Ue che la sostengono, perché mettano fine alle provocazioni e osservino i diritti dei Serbi del Kosovo – ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova – I leader kosovari sanno che i serbi non rimarranno indifferenti di fronte a un attacco diretto alla loro libertà».

di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/ EPA/VALDRIN XHEMAJ