Il numero uno degli Alpini risponde alle polemiche esplose dopo la denuncia di molestie nel raduno di Rimini, condannando gli “episodi molto gravi” riportati in oltre 160 racconti
Non si arresta la polemica connessa alle molestie denunciate nel corso del raduno degli Alpini a Rimini (leggi qui la vicenda). In un’intervista al Corriere della Sera il presidente dell’Associazione nazionale Alpini Sebastiano Favero ha avanzato le sue scuse, ribadendo l’impegno dell’associazione “insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili. E se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti“.
«Adesso ci sono fatti concreti. E mi consenta innanzitutto di chiedere scusa a chi ha subito le molestie – spiega Favero, che ha parlato di “episodi molto gravi” che “abbiamo condannato fin dall’inizio“.
La vicenda ha infatti “sicuramente creato malessere in chi li ha subiti“, ma le molestie hanno anche “provocato un danno d’immagine alla nostra organizzazione“, tanto che “stiamo valutando con i nostri legali come tutelarci qualora vengano trovati gli autori“.
«Mi dispiace che, per colpa di quelli che definirei degli imbecilli, è stata coinvolta un’associazione che nella sua lunga storia si è guadagnata rispetto per la serietà e l’impegno mostrati. Si è generalizzato, facendo passare tutta la realtà alpina, anche quella degli Alpini in armi, per qualcosa di diverso da ciò che è» conclude Favero.
Intanto, si apprende che in seguito al raduno di Rimini sono stati raccolti “oltre 160 racconti dei fatti delle molestie subite” e “oltre 500 segnalazioni di molestie“.
Tuttavia è di altro avviso il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che è intervenuto su TeleQuattro dichiarando che non si è trattato di violenze ma “di apprezzamenti”: «cosa dobbiamo fare? Siamo maschi», è stata l’opinabile protesta.
Dopo l’incontro avvenuto ieri fra le vittime di molestie, accompagnate dai loro legali, e Non Una di Meno, il comitato femminista ha dichiarato di non ritener necessario “che ci siano delle denunce per credere alla verità delle molestie“, sottolineando però che “le denunce possono essere uno strumento in più perché le molestie che si ripetono a ogni adunata non possano essere ignorate come in passato“.
Il gruppo, nella sezione locale di Rimini, ha quindi messo a disposizione un supporto legale, distribuendo una serie di linee guida per aiutare chi volesse sporgere la propria denuncia in autonomia.
«Stiamo raccogliendo tutte le segnalazioni, i video e le foto di questi giorni per valutare la procedura legale più opportuna da adottare collettivamente. Chiediamo a tutt* di aiutarci con la raccolta di questi materiali» è l’appello lanciato insieme al centro sociale Casa Madiba.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/Mourad Balti Touati