Tessere le identità ha reso noto con post su Facebook che un’associata è stata aggredita mentre rientrava a casa. La donna è ora ricoverata in ospedale

Ancora aggressioni omofobe in Italia. A denunciare l’ennesima violenza è l’associazione LGBTQI di Alessandria Tessere le identità , che su Facebook racconta che un’associata è stata aggredita e ora si trova in ospedale. L’aggressione sarebbe avvenuta mentre la donna rientrava a casa.

«È drammatico ricevere le foto di un’amica, socia della nostra associazione, appena ricoverata in ospedale per aggressione e lesione, avvenuta nel suo palazzo mentre rientrava a casa – scrive l’associazione nel post- la propria casa, il proprio contesto abitativo, uno dei luoghi in cui ci si dovrebbe sentire protetti. Tutto ciò avviene ieri, nella nostra cara Alessandria quella città che nel 2019 durante il Pride, ha accolto più di 5000 persone e che si prepara al 25 giugno per festeggiare una giornata all’insegna dell’uguaglianza, contro ogni forma di discriminazione. Una lite fra condomini, diranno in molti, eppure dopo i primi battibecchi ecco che arrivano gli insulti:” sei una lesbica di m****, poi i calci, i pugni fino a rotolare giù dalle scale rischiando di rompersi l’osso del collo. Stiamo parlando di omotransfobia, di quella radice tossica che ancora infesta le nostre comunità, nascosta nell’intimo di molte persone, travestita dai sorrisi, dalla tolleranza e da quelle frasi che sentiamo spesso: ‘io non ho problemi con i gay, basta che stiano al loro posto’. È vergognoso che alla luce di questi fatti di violenza non sia ancora stata approvata una legge che protegga le persone dai crimini di odio senza che nessuno sia escluso. Ci chiediamo quante vittime dovranno essere ancora massacrate prima di ritrovarci in una società costruita sul rispetto delle diversità».

«Tutta l’associazione si raccoglie attorno a Claudia – continua il post – nella speranza che la giustizia faccia il suo corso e che l’Italia si renda consapevole delle sue mancanze prima di diventare responsabile di questi fatti”, conclude Tessere le identità ricordando che “sono 191 le vittime di omofobia nel 2021, tra cui 53 aggressioni singole, 49 aggressioni plurime, 2 omicidi, 5 suicidi indotti di cui 2 salvati in extremis e 82 atti diversi. Più di una ventina dall’inizio dell’anno senza pensare a tutti quei casi che non vengono denunciati per paura di ripercussioni».

Il riferimento è al Ddl Zan che, dopo essere stato affossato, pochi giorni fa è stato ripresentato al Senato dal pd (leggi qui).

di: Francesca LASI

FOTO: SHUTTERSTOCK