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Preghiera sul luogo dell’attacco, i feriti ancora lottano tra la vita e la morte

Circa 250mila manifestanti stanno protestando in 95 città e sobborghi israeliani contro la riforma giudiziaria del governo di estrema destra di Benyamin Netanyahu. Secondo i media solo a Tel Aviv si contano 150mila manifestanti e a Haifa, nel nord del Paese, 50mila.

Gli organizzatori hanno già preannunciato un nuovo Giorno di resistenza crescente per giovedì prossimo in vista della visita di Netanyahu a Berlino. «Questa è una delle settimane più critiche nella salvaguardia della democrazia israeliana – hanno detto gli organizzatori delle proteste riferendosi al fatto che il governo – nonostante tutti gli appelli al confronto, in particolare del presidente Isaac Herzog, intende accelerare alla Knesset l’approvazione della riforma e la limitazione dei poteri della Corte Suprema». Il capo dell’opposizione Yair Lapid, leader del partito di centro laico Yesh Atid, nei giorni scorsi ha lanciato l’idea che la Dichiarazione di Indipendenza di Israele del 1948 diventi l’articolo 1 di una Carta costituzionale. Il Paese infatti non possiede un testo fondativo.

Il capo della polizia Kobi Shabtay ha ammesso nel frattempo di aver compiuto un “errore” nel licenziare giovedì scorso il comandante della polizia di Tel Aviv Amichai Eshed, accusandolo di non aver saputo controllare le proteste anti riforma di quel giorno. In realtà il licenziamento, secondo quanto afferma Shabtay e i media israeliani, sarebbe avvenuto su pressione del ministro della Sicurezza nazionale nonché “premier ombra” del governo, Itamar Ben Gvir.

Sempre oggi durante lo shabbat (il giorno santo della religione ebraica che comprende il venerdì sera fino al sabato), dei cittadini israeliani si sono radunati per pregare sul luogo dell’attentato di giovedì scorso in cui sono stati feriti tre uomini. Due dei feriti sono in condizioni gravissime e lottano per la vita in ospedale. 

L’attentato è avvenuto ieri per mano di un simpatizzante del partito islamista-irredentista Hamas e segue a un periodo di estrema tensione sia tra Anp e Israele, sia all’interno delle due singole unità politiche; da una parte l’Anp sta affrontando un’ondata di proteste e critiche proprio da parte di Hamas, dall’altra Israele è alle prese con enormi manifestazioni di massa contro la riforma della giustizia voluta dal governo Likud-Otzma Yehudit.

di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA/BEN COHEN