Il servizio partirà in sperimentazione nel milanese e faciliterà i collegamenti con i centri di detenzione di Opera e Voghera

Quando si parla di carcere, non sempre si pensa al lato affettivo dell’esperienza dei detenuti, lontani dalle proprie famiglie che, a causa di burocrazia e lunghi viaggi, devono limitare le proprie visite. È per questo motivo che Bruno Palamara, dopo aver trascorso quattro anni in un carcere, ha ideato il 41 Bus.

Il 41 Bus è un servizio di trasporto pensato per i parenti dei detenuti nato con lo scopo di accorciare le distanze. «Spesso gli istituti di pena sono fuori dai centri abitati e raggiungerli è complicato» spiega Palamara all’Agi.

Con questo servizio, inizialmente progettato per le carceri milanesi, i parenti potranno iscriversi al colloquio con i detenuti attraverso un link oltre a prenotare un treno o un aereo per Malpensa o per Centrale.

Il servizio metterà a disposizione anche una navetta a prezzi agevolati per accompagnare i parenti a Opera o Voghera, “le prime carceri da cui parte la sperimentazione“.

L’iniziativa si finanzierà con il 5-6% di commissioni sulle tratte dei trasporti pubblici e il 20/60% del biglietto di ritorno su pulmann di proprietà o in leasing.

«Il carcere è già un luogo pieno di angoscia, vogliamo provare a sdrammatizzare. L’idea è diventare un luogo di accoglienza per chi non ha voce, quei familiari che vivono in un senso di abbandono a cui, in futuro, vorremmo anche offrire la possibilità di un aiuto psicologico» conclude Palamara.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/MATTEO CORNER