Il presidente cinesi si appresta a ricevere un inedito terzo mandato dal Partito e non esclude l’uso della forza contro Taiwan, che replica: “nessun compromesso”
È un appuntamento programmatico più che elettorale quello con il 20esimo Congresso nazionale del Partito Comunista cinese svoltosi oggi. Un evento che ha consegnato nelle mani di Xi Jinping il terzo mandato consecutivo, del tutto inedito per il Pcc.
Il presidente cinese si rivolge alla platea di circa circa 2.300 delegati, radunata composta nella Grande Sala del Popolo di Pechino, con un discorso di un’ora e 40 (quasi la metà delle tre ore impiegate cinque anni fa) e parla delle sfide che il Paese sta affrontando, dall’economia al Covid alle questioni estere, comprese Taiwan e Hong Kong. Tutti nodi sui quali rivendica l’azione di Governo e per i quali invoca una continuità.
«Dobbiamo essere consapevoli dei potenziali pericoli e preparati per gli scenari peggiori – spiega il presidente. – Dobbiamo sfruttare il nostro indomabile spirito combattivo per la nostra causa», una causa per la quale il Pcc lotta da sempre, portando “la Cina a rialzarsi ed essere prospera e diventare forte“.
La ricetta per un “moderno Paese socialista” proposta da Xi Jinping è quella di uno “sviluppo di alta qualità“, in particolare per quanto riguarda “hi tech di alto livello e meccanismi di innovazione tecnologica“.
Il Congresso è l’appuntamento quinquennale con cui si rinnova la Segreteria del Pcc. Xi, 69enne, va verso il terzo mandato: una situazione senza precedenti in cui il Politburo del Partito Comunista ha imposto ai delegati chiamati al voto per la terza volta di fila la linea della continuità nella leadership.
Hong Kong, “dal caos alla stabilità”
Nella politica estera, Xi rivendica il modello “un Paese, due sistemi“, attraverso il quale Pechino regola i rapporti con le due ex colonie di Macao e Pechino: «abbiamo aiutato Hong Kong a entrare in una nuova fase» rivendica, aiutandola a passare “dal caos alla stabilità” e affidando il potere “nelle mani dei patrioti“.
Taiwan: il Pcc avanti sulla riunificazione
Il presidente cinese tocca anche l’argomento Taiwan, e la linea che sottopone al Partito è la stessa seguita finora, con la riunificazione della patria che “ci sarà e sarà sicuramente realizzata“, dato che “abbiamo dimostrato grande capacità contro l’indipendenza di Taiwan“.
«La riunificazione completa della madrepatria deve essere realizzata e può sicuramente essere raggiunta – spiega Xi ai delegati che lo rieleggeranno per il terzo mandato. – Continueremo a impegnarci per la riunificazione pacifica, ma non prometteremo mai di rinunciare alla forza e ci riserviamo di usare tutti i mezzi».
A distanza di poche ore è dura la replica di Taiwan, che non apre a nessun compromesso su sovranità e democrazia. Il portavoce dell’Ufficio presidenziale di Taipei ha anche ribadito che quella militare non è una strada percorribile.
Lotta alla corruzione
C’è spazio anche per dossier interni oltre che esterni nel discorso di Xi, che rivendica quanto fatto nella lotta alla corruzione, attraverso la quale sono stati eliminati “gravi pericoli latenti” nel Pcc e nell’esercito.
Grazie alla campagna promossa contro “volpi, tigri e mosche“, il presidente rivendica una “vittoria schiacciante che è stata ampiamente consolidata“, frutto di una durissima reprimenda del dissenso e dell’eliminazione chirurgica di oppositori dal partito.
Il balzo del Pil
Fra le conquiste che Xi presenta ai delegati ci sono le sfide di crescita economica che hanno portato il Pil del Paese a raddoppiare in 10 anni, ora al “18,5% dell’economia mondiale“. Il Pil cinese è salito da 54mila miliardi di yuan a 114mila miliardi (circa 16mila miliardi di dollari.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/MARK R. CRISTINO