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L’UE chiede ai 27 di tenere conto di quali sarebbe gli effetti sul sistema economico del Continente

L’Unione europea deve considerare quali sarebbero le conseguenze economiche di un eventuale attacco cinese a Taiwan. Questo è quanto verrà riferito ai 27 Stati membri al Consiglio europeo di oggi e domani per una “discussione strategica” sulle relazioni con Pechino. «L’Ue in quel caso non potrebbe stare a a guardare e le conseguenze sarebbero pesanti: basta pensare che il 98% dei nostri chip viene da Taiwan», ha spiegato un alto funzionario.

La considerazione arriva subito dopo le dichiarazioni del ministro della Difesa taiwanese Chiu Kuo-cheng secondo l’esercito di Taipei è preparato a un attacco.

Una preparazione che sembra auspicabile anche da parte degli Stati Uniti, almeno secondo l’ammiraglio Michael Gilday, capo delle operazioni navali statunitensi. Interrogato dal Consiglio Atlantico sulla possibilità che Pechino si impadronisca di Taiwan entro il 2027, infatti, Gilday ha detto che un attacco potrebbe avvenire già entro l’anno.

«Non si tratta solo di ciò che dice il presidente Xi, ma di come si comportano i cinesi e cosa fanno. Quindi, quando parliamo di 2027, nella mia mente questo significa 2022 o potenzialmente 2023. Non posso escludere questa possibilità. Non voglio essere allarmista nel dirlo. È solo che non possiamo escluderlo», ha riferito l’ammiraglio.

Le sue dichiarazioni arrivano il giorno dopo l’intervento del segretario di Stato americano Antony Blinken secondo il quale Pechino vuole impadronirsi di Taiwan “a un ritmo molto più veloce” di quanto previsto in precedenza.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/RITCHIE B. TONGO