Mpiranya era latitante dal 1994 e sarebbe morto nel 2006. Un gruppo di ricerca ha identificato la sua tomba, sotto falso nome, in Zimbabwe
Era uno dei latitanti più ricercati del Ruanda, ritenuto fra i principali responsabili del genocidio del 1994. Le ricerche di Protais Mpiranya si sono concluse pochi giorni fa, quando è stata ritrovata la sua tomba, sotto il falso nome di Sambao Ndume, ad Harare, in Zimbabwe.
Le sue tracce si erano perse al termine della guerra civile. Ora, in seguito a una serie di accertamenti incrociati, si è scoperto che Mpiranya era morto nel 2006, pare in seguito a complicazioni dovute alla tubercolosi.
Il latitante era accusato di genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Delle 93 persone incriminate dal Tribunale internazionale appositamente istituito dall’Onu per accertare i responsabili del genocidio in Ruanda, Mpiranya era considerato il più pericoloso.
Per anni era stato ricercato in tutto il mondo. Mpiranya aveva avuto un ruolo cruciale nel genocidio commesso dall’etnia hutu ai danni dei tutsi, in qualità di capo della guardia presidenziale. Nel corso della guerra civile fu proprio lui a ordinare le atrocità commesse, consegnando ai suoi militari liste di persone da uccidere, che comprendevano anche i loro familiari.
Le ricerche del gruppo che ha scovato la tomba, nato nel 2015 dopo la chiusura del Tribunale dell’Onu per indagare sui casi irrisolti, proseguono. Il team guidato da Serge Brammertz prosegue la ricerca di altri cinque incriminati di genocidio.
di: Marianna MANCINI
FOTO: PASCAL GUYOT /ANSA / KLD