EPA/ABIR SULTAN

Damasco chiede aiuto, l’Europa risponde, ma “niente interruzione delle sanzioni”

Sale ancora il bilancio delle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria: i morti sono 11.236, secondo le ultime informazioni rese note, di cui 2.662 segnalati in Siria e altri 8.574 in Turchia.

Il conteggio è destinato ad aumentare inesorabilmente e secondo i funzionari dell’Oms toccherà i 20.000 morti. I feriti sarebbero in totale oltre 55 mila. Gli sfollati invece, solo nelle regioni siriane, sarebbero più di 298.000.

Proseguono le ricerche dei dispersi, molti sono già stati recuperati in operazioni vicine al miracolo. Tra queste quella della neonata trovata viva ancora con il cordone ombelicale attaccato alla mamma, purtroppo morta sotto le macerie o di Yigit Cakmak, il bambino di 8 anni salvato ad Hatay dopo 52 ore sotto le macerie.

Il ministro degli Esteri Tajani ha dato la notizia della scomparsa di 6 italiani di origini siriane, tutti membri della stessa famiglia. Il titolare della Farnesina ha spiegato che i 6 dispersi si trovavano ad Antiochia.

Erdogan accusato: “tasse terremoti mai spese”

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è arrivato sui luoghi della tragedia, secondo quanto riferiscono i media turchi. In queste ore è in difficoltà politica oltre che istituzionale, con le opposizioni che lo accusano di essere “responsabile” della “lenta reazione” del governo nella gestione dei soccorsi per il terremoto

Secondo gli avversari il Paese non non era sufficientemente preparato in anticipo. Lo riporta la Bbc. «Se c’è una persona responsabile di questo, è Erdogan», ha detto Kemal Kilicdaroglu, il leader del principale partito di opposizione della Turchia

Solidarietà globale

Nel frattempo la comunità internazionale sta agendo per aiutare i Paesi colpiti ma la situazione non è facile. In Siria, in particolare, la situazione è drammatica. «I bisogni sono enormi, è una catastrofe e serve tutto: servono coperte per affrontare il rigido inverno, cibo, kit igienici e beni di prima necessità – racconta il coordinatore ad Aleppo di Terre del Hommes, Najibhayat Kahale. – Quattro scuole nell’area sono fortemente danneggiate e inagibili. Altre 53 sono parzialmente danneggiate, mentre ben 16 scuole sono state ridestinate a diventare centri di accoglienza temporanei». La Grecia ha inviato sul posto una nuova squadra di 15 vigili del fuoco più alcuni cani da soccorso.

I soccorsi sono ostacolati anche dal meteo: in entrambi i Paesi, infatti, si registrano temperature gelide, neve e pioggia. Le scosse che avvengono continuamente, ancora, rendono pericolosa la situazione. Sono morti quattro Caschi Bianchi con le loro famiglie in Siria, che hanno condotto operazioni di soccorso nel nord-ovest del Paese martoriato dalla guerra civile. Lo riporta il Guardian.

L’italiano disperso

Intanto non si hanno ancora notizie dell’italiano disperso, il 60enne Angelo Zen. Il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ha dichiarato: «continuiamo a cercare il nostro connazionale che ancora non riusciamo a contattare, la nostra unità di crisi è al lavoro, siamo in contatto con la protezione civile turca. Angelo Zen avrebbe dovuto incontrare un socio turco la mattina dopo il terremoto, ma la notte c’è stato il sisma, quindi non si sono visti. Non ci sono collegamenti telefonici, purtroppo è tutto molto complicato dalla vastità dell’area colpita, non è facile raggiungere le persone, si sta vivendo un momento drammatico. Stiamo lavorando anche con il Ministero della Difesa per inviare nelle zone terremotate materiale utile. C’è grande solidarietà degli italiani. Per quanto riguarda la Siria, il materiale per gli aiuti sarà mandato attraverso Beirut, ma siamo al lavoro per farlo anche se è più difficile».

«Tranne l’imprenditore Angelo Zen, tutti gli italiani che si trovavano nelle zone del sisma sono stati contattati, sono in salvo. Vicino all’epicentro c’erano poche decine di connazionali, mentre nell’area ce n’erano circa 170, almeno coloro che erano registrati sull’app», ha spiegato.

Scosse in tutto il Medio Oriente

Le scosse non si limitano alla zona già ampiamente colpita ma si espandono in tutto il Medio Oriente. Stando a quanto riportato dall’agenzia stampa ufficiale della Palestina Wafa, il direttore del Centro per i terremoti dell’Università Al-Najah Al-Watani di Nablus, Jalal al-Dubeyk, ha riferito di un terremoto di magnitudo 4.8 in Palestina.

Il sisma ha avuto ipocentro a circa 13 chilometri di profondità ed epicentro a 13 chilometri da Nablus.

È stato intanto spento il rogo nel porto meridionale turco di Iskenderun, in Turchia. Lo ha dichiarato l’autorità marittima turca, a seguito di sforzi combinati di estinzione da terra, mare e aria. Lo riporta il Guardian. 

Cina: “gli Usa tolgano i veti alla Siria”

Gli Usa “dovrebbero mettere da parte l’ossessione geopolitica, revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria e aprire la porta all’assistenza umanitaria di fronte alla catastrofe”. È la Cina a chiederlo in un comunicato rivolto agli Stati Uniti mentre proseguono a singhiozzo i soccorsi sui luoghi del sisma.

«Gli Stati Uniti sono stati a lungo coinvolti nella crisi siriana con interventi militari e sanzioni economiche, che hanno provocato un gran numero di vittime civili e difficoltà nello sviluppo economico e nel processo di ricostruzione» ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning, nel briefing quotidiano. E in molti stanno sollevando polemiche e rimostranze sulla gestione degli aiuti, che arrivano in modo disomogeneo e sembrano non essere ancora giunti nel Paese, devastato dalla guerra civile e dalla guerra contro il Califatto. Ad essere colpite sono state zone densamente popolate dalla popolazione curda, avversa ad Ankara.

Ue: “ricevuta richiesta da Damasco, ma no a rimozione sanzioni”

«Questa mattina abbiamo ricevuto la richiesta dal governo siriano per l’attivazione del Meccanismo europeo di protezione civile. Abbiamo condiviso la richiesta con gli Stati membri e abbiamo chiesto loro di contribuire con la fornitura di assistenza richiesta». Lo ha annunciato il commissario europeo per la Gestione delle urgenze, Janez Lenarcic. «Hanno bisogno di assistenza negli sforzi dei propri servizi di soccorso nella ricerca e salvataggio di persone intrappolate sotto le macerie – ha detto il commissario rivolgendo un appello agli Stati membri-. Hanno bisogno di molti articoli medici, medicinali e attrezzature mediche. Hanno bisogno di generi alimentari come i tipici aiuti di emergenza».

Lo stesso Lenarcic esclude però un possibile alleggerimento delle sanzioni sulla Siria. «Respingo categoricamente – ha detto in conferenza stampa – l’accusa che le sanzioni possano aver alcun impatto sugli aiuti. Queste sanzioni, non dimentichiamolo, sono state imposte dal 2011 in risposta alla violenta repressione del regime siriano contro la sua stessa popolazione civile, incluso l’uso di armi chimiche».

Tajani: “invieremo aiuti in Siria con la Mezzaluna”

«Ci sono notizie positive che arrivano dalla Siria per i soccorsi che possiamo portare, Ã¨ stato attivato il meccanismo di protezione civile europeo e quindi possiamo inviare attaverso la Mezzaluna Rossa aiuti anche alla Siria». Lo ha dichiarato il ministro degli esteri Antonio Tajani affermando: «probabilmente partirà una nave della Protezione civile con materiale attraverso il confine con la Turchia per aiutare il popolo siriano in maniera più concreta».

di: Alessia MALCAUS

aggiornamenti di: Caterina MAGGI

FOTO: EPA/ABIR SULTAN