aldo moro

Piantedosi: “Una pagina drammatica della storia repubblica italiana”

Il 16 marzo 1978 le Brigate Rosse sequestrano Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana e uccidono i cinque uomini della scorta. Il corpo di Moro, allora 61enne, verrà ritrovato nel bagagliaio di un’auto in via Caetani dopo 55 giorni dal rapimento.

“Aldo Moro non è morto per caso, è stato volutamente e scientemente ucciso. Ed è cosa surreale ed indegna da parte della Camera dei Deputati di non dare proprio a lui lo status di vittima. Delle due l’una o la Camera dei Deputati si decide finalmente, applicando la legge 206 del 2004, a riconoscere persino Aldo Moro come vittima del terrorismo oppure lo Stato cambi la data della ricorrenza, in memoria delle vittime, dal 9 maggio 78, giorno dell’uccisione di Aldo Moro e la sposti in una data riferita a qualcuno che lo Stato ha fatto l’immane fatica di riconoscere vittima del terrorismo a norme di Legge”, scrive Maria Fida Moro, figlia dello statista democristiano, in occasione del 45esimo anniversario della strage.

“Sono trascorsi quarantacinque anni da quel 16 marzo del 1978 quando a Roma, in via Fani, i terroristi delle brigate rosse rapirono Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, assassinando ferocemente i cinque componenti della sua scorta. Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino sacrificarono la propria vita per proteggere lo statista democristiano, poi barbaramente ucciso il 9 maggio di quello stesso anno. Una pagina drammatica della storia repubblicana che ebbe un impatto profondo sulla politica italiana e ancor oggi rappresenta uno fra i momenti più dolorosi della storia del nostro Paese”, riporta in una nota il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

di: Alice GEMMA

FOTO: ANSA