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Al Parco della Memoria si sono radunate le persone inorridite dalla sentenza del Tribunale civile

Nel Parco della Memora sorto per commemorare le 309 vittime del sisma del 2009 a L’Aquila si è svolta una protesta pacifica contro la sentenza del Tribunale civile che ieri ha definito “incaute” le vittime del sisma rientrate dopo la scossa di mezzanotte, dando loro il 30% di responsabilità.

Fabrizio Giustizieri, tra gli organizzatori del sit-in ha dichiarato: «nessuno di noi aquilani quella notte ha pensato di dormire fuori casa. Siamo qui pensando ad Antonietta Centofanti, battagliera portavoce del Comitato familiari delle vittime della ‘Casa dello studente’ morta a maggio dello scorso anno, che si sarebbe indignata di fronte a una tale sentenza e che sarebbe venuta qui, il luogo del ricordo, voluto da lei». Giustizieri ha tenuto a sottolineare: «da aquilano ritengo che sia una sentenza che grida vendetta. Nessun aquilano ha pensato, la notte del 6 aprile, dopo le prime scosse, di rimanere fuori casa, perché nelle settimane e nei giorni precedenti eravamo stati ampiamente rassicurati dalle autorità. Tutti ricordiamo l’intervista di Bernardo De Bernardinis, l’unico condannato dopo il disastro, a due anni, nel processo d’Appello alla Commissione Grandi Rischi. Disse: “più scosse ci sono, meglio è, significa che sta rilasciando energia”… Quindi, siccome le scosse forti, quella notte c’erano già state, pensavamo che il peggio fosse passato… Ci avevano detto, gli esperti, che più scosse c’erano più… scaricava e quindi potevamo avere sonni tranquilli. Poi, visto che lo sciame sismico andava avanti da sei mesi, avremmo dovuto dormire fuori casa per mesi… Ma, ripeto, nessuno, per le rassicurazioni avute, nessuno ha pensato, quella sera, ad una catastrofe imminente».

di: Flavia DELL’ERTOLE

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