EPA/MURTAJA LATEEF

Proteste per la morte di Malek Slimi, deceduto durante un inseguimento con la polizia

Continuano gli scontri da ieri sera, 14 ottobre, tra polizia e manifestanti a Tunisi, dopo la morte di Malek Slimi, il 24enne deceduto durante un inseguimento con la polizia lo scorso agosto.

Stando a quanto riferito dai media, un gruppo di giovani avrebbe lanciato delle pietre contro le forze di sicurezza dopo il funerale di Slimi, nel quartiere di Al Omrane Supérieur.

Le autorità hanno dovuto far uso di gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, che hanno ribaltato e bruciato cassonetti dell’immondizia.

Il 24enne è morto ieri, dopo 50 giorni di ricovero in terapia intensiva. «È stato ferito al collo quando è caduto in un fosso dopo essere stato inseguito dalla polizia» ha dichiarato un parente alla radio locale Diwan Fm. I familiari di Slimi hanno chiesto l’apertura di un’indagine sulle circostanze della sua morte.

Secondo la Lega tunisina per i diritti umani, negli ultimi anni 14 giovani sono rimasti uccisi in seguito a scontri con la polizia. L’associazione ha denunciato l’uso della forza da parte della polizia e “l’impunità” di cui gode.

L’opposizione e altre ong accusano le forze di sicurezza di ricorre a metodi che ricordano quelli dello stato di polizia dell’ex dittatore Zine El-Abidine Ben Ali, soprattutto da quanto l’attuale presidente Kais Saied ha assunto pieni poteri.

di: Francesca LASI

Aggiornamenti di: Federico ANTONOPULO

FOTO: EPA/MURTAJA LATEEF