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A causare la morte di Andrea Papi è stata l’orsa 17enne Jj4. Il padre: “rabbia verso chi non ha agito prima”

A seguito degli esami genetici effettuati dalla Fondazione Edmund Mach è stato ricostruito quale animale abbia aggredito e ucciso Andrea Papi, il runner 26enne morto il 5 aprile nei boschi sopra Caldes.

Autrice dell’aggressione è l’orda jj4, nota anche come Gaia. Si tratta di un’esemplare 17enne che ha già aggredito delle persone in passato.

Gaia, infatti, il 22 giugno del 2022 aggredì padre e figlio che si trovavano sul monte Peller. L’orsa è figlia di due animali provenienti dalla Slovenia rilasciati tra il 2000 e il 2001, nell’ambito del progetto Life Ursus. Dopo la prima aggressione la giunta provinciale ne chiese l’abbattimento, ma il Tar annullò l’ordinanza di cattura.

Al collo di Jj4 era stato posto un radiocollare che, però. risulta essere scarico e non trasmette i dati dei suoi spostamenti.

Intanto si celebrano i funerali del 26enne. A Caldes, in Val di Sole, in tantissimi si sono uniti per salutare l’ultima volta Andrea Papi. In molti esprimono rabbia sulla tragica morte del giovane il sindaco Antonio Maini ha dichiarato che “il paese è sconvolto, direi arrabbiato. È morto un nostro ragazzo, siamo in lutto, ma siamo arrabbiati anche perché morto per l’aggressione di un orso. Un fatto che non doveva succedere. L’orso è nel paese e chi non conosce il posto pensa che Andrea sia andato a correre in luoghi impervi. Invece era su una strada forestale, in una parte della montagna che è vissuta. Mi è stato chiesto di emettere un’ordinanza per mettere in sicurezza la gente del paese. Cosa dovrei scrivere? Non uscite di casa?

La madre di Papi, Franca Ghirlandini, ha dichiarato che l’abbattimento dell’ora non le ridarà il figlio. «Come madre non posso accettare una morte così orribile – ha affermato Ghirlandini – voglio chiarire una cosa: la colpa non è di mio figlio e neanche dell’orso. La colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha gestito, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano. L’abbattimento dell’orso non mi ridarà Andrea. La gestione di questo progetto, man mano nel tempo, è diventata sempre più incauta e inadeguata e non ha tenuto conto e valutato la crescita del numero degli orsi e della popolazione».

Durante le esequie è intervenuto Carlo Papi, padre del runner.  «Oggi per noi le notti sono lunghissime, notti piene di ricordi, di nostalgia, notti di rabbia verso chi non ha agito prima. Rabbia perché si poteva evitare e ora non si può tornare indietro – ha affermato l’uomo – Ma non siamo gli unici a non poter dormire: chi ha responsabilità di tutto questo non può dormire sonni tranquilli. Andrea aiutaci a trovare dentro di noi il perdono, verso coloro che non riescono a chiedere umilmente scusa del loro operato e per le cattiverie inaccettabili in questo momento. Questo perdono è troppo grande per noi. Andrea dobbiamo darti giustizia, darti dignità. È l’unica cosa che possiamo fare oggi. Se qualcuno ha fatto degli errori, faccia un passo indietro, si toglie la corona e faccia mea culpa, riporti le cose a come dovevano essere». 

di: Flavia DELL’ERTOLE

aggiornamenti di: Francesca LASI

FOTO: PIXABAY