berlusconi

Assolti anche gli altri 28 imputati, accusati a vario titolo di corruzione e falsa testimonianza

È stata emessa oggi, mercoledì 15 febbraio, una delle sentenze più politicamente scottanti della storia giudiziaria recente italiana: la settima sezione penale del Tribunale di Milano si è infatti pronunciata sul processo Ruby Ter, che ha visto al banco degli imputati 29 persone fra cui l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Caso giudiziario che si è risolto in un nulla di fatto per il leader di Forza Italia. Silvio Berlusconi è stato assolto perché “il fatto non sussiste”. Assolti anche tutti gli altri 28 imputati.

Alla Corte il compito di stabilire se i flussi finanziari provenienti dal leader azzurro e diretto verso le giovani ospiti di Arcore rientrassero nella fattispecie della corruzione o se si trattasse, come ha sempre sostenuto il Cavaliere, di “generosità”.

Fra le varie imputazioni del processo anche corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Il processo in questi 6 anni ha avuto il compito di ricostruire la natura dei circa 10 milioni di euro elargiti da Berlusconi alle altre imputate dal novembre 2011 al 2015. Nei giorni scorsi la Presidenza del Consiglio aveva chiesto di non essere più parte civile nel processo.

L’accusa, formata dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, aveva chiesto per Berlusconi una condanna a 6 anni di carcere per una “corruzione le cui prove sono state trovate” e rappresentate da bonifici mensili di 2.500 euro, gioielli e case, il tutto con lo scopo di convincere le ragazze a mentire in fase processuale.

«Siamo di fronte a un processo per corruzione per pubblici proclami dove Berlusconi ha detto pubblicamente di aiutare qualcuna delle imputate – si giustificava l’avvocato difensore Federico Cecconi che difende Berlusconi insieme a Franco Coppi, chiedendo l’assoluzione del suo assistito. – L’accordo corruttivo è stato per caso individuato? No, non ve n’è neanche un germoglio, tutti gli elementi sono di carattere indiziario e inidonei a ritenere compiuto il reato».

Presenti in aula alcune delle 20 ragazze che rischiano una condanna (l’accusa ha chiesto pene dai tre ai cinque anni) per falsa testimonianza e corruzione. Fra queste anche Karima El Marough, nota all’epoca dei fatti come “Ruby”, insieme all’ex compagno Luca Risso (per lui sono stati chiesti 6 anni e 6 mesi per falsa testimonianza e riciclaggio). A processo anche l’ex senatrice Maria Rosaria Rossi (richiesta 1 anno e 4 mesi) e il giornalista Carlo Rossella. L’accusa aveva chiesto l’assoluzione solo per Luca Pedrini.

«Sono stato finalmente assolto dopo più di 11 anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte» è il commento di Silvio Berlusconi.

Le motivazioni dell’assoluzione

Il Tribunale di Milano ha spiegato che le accuse sono cadute perché le ospiti delle serate di Arcore “non potevano legittimamente rivestire l’ufficio pubblico di testimone” dato che andavano indagate già all’epoca dei fatti per essere sentite come testi, regolarmente assistite da avvocati. In questo modo cadono l’accusa di “falsa testimonianza” e di corruzione in atti giudiziari, mancando anche “l’ipotizzato corruttore, nel caso di specie Berlusconi“.

Le motivazioni per esteso saranno depositate fra 90 giorni.

La testimonianza di Karima El Mahroug e il suo libro-testimonianza

Kamira El Mahroug, detta “Ruby”, dopo l’assoluzione ha così commentato: «le bugie erano una difesa dalla vita di strada, un metodo che utilizzavo fino a quando non mi sono potuta concedere il lusso di non dover difendermi più. Non credo di aver sbagliato, perché l’unica cosa realmente sbagliata è stata capitare nel posto giusto ma nel momento sbagliato. Con il senno di poi mi sono pentita di essere entrata a casa di Berlusconi. Tutto è stato strumentalizzato. Grata di fare quella conoscenza ma negli anni dopo mi sono pentita di essere capitata in quella casa. Se mi guardo indietro sono fiera di me e del mio percorso, bisogna perdonarsi, fare una crescita personale e guardare avanti. Sono stati tredici anni difficili ma non rinnego la conoscenza. La giustizia italiana l’ho vissuta in modo pesante, una trafila difficile se hai diciassette anni. Sono rimasta fedele a me stessa e coerente alla versione dei fatti. Non sono scappata, non mi sono arresa, sono legata all’Italia. Sapevo che la verità».

La donna ha scritto un libro in cui racconta la sua storia, intitolato “Karima”: «non sono una prostituta e sono sicura di non avere parenti famosi. Mi è stata data la possibilità di scrivere questo libro in un percorso che non è stato facile. Mi sono compresa, sono cresciuta e questo libro ha dato voce a me stessa, dopo aver aspettato i tempi della giustizia è arrivato il tempo di raccontare la mia storia. Non sono solo quell’episodio del 14 febbraio 2010. Dal presidente Silvio Berlusconi non ho mai accusato la sensazione di essere vista come un pezzo di carne. Se tornassi indietro non tornerei nella casa di Arcore, con la testa di adesso non tornerei, non per la persona, ma per quello che rappresenta quella persona. Come avevo già risposto ieri, non è tra le mie priorità sentire Berlusconi: guardando al passato gli ho voluto molto bene ma non è la mia priorità. Non ho ricevuto milioni di euro e sono stata assolta perché il fatto non sussiste».

Berlusconi assolto, le felicitazioni degli amici

«Ho bisogno di tempo per assimilare – ha commentato a caldo El Marough. – Sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori». Karima ha parlato di “liberazione” da una vicenda “che mi ha travolto” quando “avevo 17 anni e che è stata un macigno non da poco“.

«Di Berlusconi, anche ai tempi, ne ho sempre parlato bene, non ho mai parlato dell’uomo politico – ha aggiunto Karima. – Ho sempre parlato dell’uomo e con me si è sempre comportato bene e quindi potrò solamente essergli grata, grata di aver conosciuto una persona così. Ora ho bisogno di tempo per assimilare. Sono contenta perché finalmente una parte di verità è venuta fuori»

Alla sentenza seguono diversi messaggi, a partire dagli alleati politici del Cavaliere. «Felice per l’assoluzione di Silvio dopo anni di sofferenza, insulti e inutili polemiche» afferma il vicepremier Matteo Salvini.

«Una bellissima notizia che rende giustizia ad uomo attaccato tanto ingiustamente per motivi politici. – Sono le parole del numero due di Forza Italia Antonio Tajani. – Nessuno di noi dubitava della sua innocenza. Mi auguro che sia finita quella stagione: è stata tutta una montatura nei suoi confronti come dimostra che Berlusconi è stato assolto perché il fatto non sussiste».

«L’assoluzione di Silvio Berlusconi è un’ottima notizia che mette fine a una lunga vicenda giudiziaria che ha avuto importanti riflessi anche nella vita politica e istituzionale italiana. Rivolgo al Presidente Berlusconi a nome mio e del Governo un saluto affettuoso» sono le parole di Giorgia Meloni.

Il capogruppo di FI Alessandro Cattaneo in Aula coglie l’occasione per lanciare “l’immediata calendarizzazione della proposta di legge sulla istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sull’uso politico della magistratura, per fare chiarezza su 25 anni di lotte giudiziarie usate come arma di scontro politico“.

Anche Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le Riforme istituzionali, ha espresso la propria gioia per l’assoluzione: «Soddisfatta? Non potrebbe essere diversamente. Dopo tanti anni di sofferenze, la verità è stata ristabilita. E poi il fatto non sussiste». Ha poi aggiunto: «diciamo che una vicenda di questo tipo, durata tutti questi anni, ha anche modificato forme di governo, quindi ha pregiudicato non solo da un punto di vista personale, ma anche sociale, professionale e politico tutta la sua vita. Finalmente la verità».

La figlia Marina: “vittoria troppo cara”

«Ci sono voluti nove anni perché mio padre venisse assolto, e assolto “perché il fatto non sussiste”, da una accusa tanto infondata quanto infamante e del tutto priva di senso e di logica. Ed è la quarta assoluzione nei quattro processi celebrati per i vari filoni di quel mostro giuridico chiamato “caso Ruby”, che si trascina da dodici anni». Ha commentato così, in una nota, Marina Berlusconi, presidente di Fininvest.

«Certo – continua – la soddisfazione è grandissima, e il fatto che la giustizia riconosca finalmente la verità è importante – ma Marina Berlusconi osserva però che – è una vittoria che ha avuto un prezzo troppo alto. Non solo per mio padre, anche per tutte le persone che lo amano e lo stimano, per i milioni di italiani che negli anni lo hanno votato».

La compagna Fascina: “chiuso un capitolo doloroso”

Anche la compagna del Cav e deputata di Forza Italia Marta Fascina ha espresso felicità per il verdetto della corte sul Ruby Ter: «oggi si chiude un capitolo umanamente doloroso per il presidente Silvio Berlusconi. Oggi per l’ennesima volta il nostro presidente viene assolto rispetto ad accuse ingiuste e strumentali, fondate sul pregiudizio politico più che su validi elementi probatori. Anni di discredito e di fango di cui mai nessuno risponderà».

Le reazioni delle opposizioni

«Non auguro a nessuno e non ci auguriamo mai una condanna penale per le persone, tanto meno per un avversario politico– ha detto il leader del M5S Giuseppe Conte-. Ho visto però manifestazioni di grande giubilo alla Camera da parte dei parlamentari di maggioranza. Su questo prendo una netta distanza, perché i comportamenti accertati nel corso del processo, seppur dopo questo primo grado non penalmente rilevanti, non mi sembrano edificanti, sul piano etico e tali da suscitare tutto questo entusiasmo».

Gli alleati frenano gli entusiasmi

Se le opposizioni non parlano troppo, è l’imbarazzo degli alleati che risalta. Alla richiesta del presidente dei deputati di FI Alessandro Cattaneo «chiediamo verità su anni di feroci battaglie giudiziarie» Fratelli d’Italia risponde con freddezza e invitando a moderare i toni.

A farlo è il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro: «ritengo che per il momento ci sia semplicemente da festeggiare e da congratularsi con il presidente Berlusconi per l’assoluzione. Oggi è solo un momento di gioia, le riflessioni devono essere successive. Ci sarà poi il momento della riflessione» taglia corto Delmastro. E aggiunge «c’è tanta carne al fuoco, adesso non è il momento di andare allo scontro pure con i magistrati».

di: Marianna MANCINI

aggiornamenti di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI