La protesta sarebbe scaturita da una punizione inflitta a un detenuto per motivi disciplinari
È rientrata la situazione nel carcere di Avellino, dove nel pomeriggio di mercoledì 17 maggio circa cinquanta detenuti avevano scatenato una rivolta, durata circa due ore.
In questo lasso di tempo la direttrice della casa circondariale Concetta Felaco ha condotto le trattative, convincendo poi i detenuti a tornare nelle celle. La causa della protesta sarebbe stata la punizione inflitta a un detenuto per motivi disciplinari. I detenuti si sono asserragliati all’interno delle sezioni dopo aver rotto arredi e suppellettili. I danni non sono ancora stati quantificati.
La direttrice ha lanciato l’allarme, che ha fatto scattare il protocollo operativo sotto il coordinamento della prefetta di Avellino Paola Spena e del questore Nicolino Pepe. Sono stati dispiegati polizia, carabinieri, guardia di Finanza e polizia municipale, che hanno bloccato tutti gli accessi. Sul posto è arrivato anche il procuratore capo di Avellino, Domenico Airoma.
Non ci sarebbero stati scontri o contatti diretti tra detenuti e Polizia penitenziaria, anche se due agenti hanno dovuto recarsi in codice verde al pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Avellino, mentre un terzo è stato medicato per lievi ferite nell’infermeria del carcere.
Stando a quanto riferito dall’ANSA, alcuni detenuti sarebbero stati in possesso di taniche di olio bollente. Quattro di loro, ritenuti gli organizzatori della rivolta, sono stati trasferiti in penitenziari fuori dalla Campania.
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/MARIO D’ARGENIO