La premier ha visitato le zone funestate e ha assicurato “il governo c’è”
Il dramma del maltempo non sembra dare tregua all’Emilia Romagna, da giorni in ginocchio a causa delle esondazioni. Mentre lentamente l’acqua inizia a ritirarsi da Faenza, Forlì, Cesena è stata diramata un nuova allerta rossa sulla Regione.
Intanto sembra minore la preoccupazione per Ravenna, dato che al momento sembra scongiurato il rischio di allagamenti per la città con i suoi tesori bizantini patrimonio Unesco.
La premier Giorgia Meloni ha visitato le zone delle alluvioni e ha assicurato che “il governo c’è” la presidente ha cercato di essere positiva ribadendo che “è stata una tragedia ma può essere un’occasione per rinascere più forti“. Visitando le zone colpite dalla furia dell’acqua Meloni ha promesso “risposte immediate“, ha escluso la possibilità di utilizzare i fondi del Pnrr e ha spiegato che la stima dei danni è ancora difficilmente effettuabile.
Sono 879 i vigili del fuoco impegnati in Emilia Romagna per le operazioni di soccorso. A supporto dei vigili del fuoco sono giunti 696 colleghi da altri Comandi. 244 stanno lavorando in provincia di Forlì e 326 a Ravenna. Sono attivi inoltre 150 soccorritori acquatici e 50 esperti nelle operazioni di prosciugamento. Gli interventi effettuati finora sono 1.148 a Bologna, 2.089 a Ravenna, 1.362 a Forlì Cesena e 364 a Rimini.
A Forlì, in via Vittorio Locchi, nella notte tra domenica e lunedì alle 3:45 i vigili del fuoco hanno evacuato a scopo precauzionale una palazzina di 12 appartamenti. 26 persone sono state portate fuori dallo stabile che sarebbe in pericolo a causa di una voragine, nella giornata di domenica, infatti, si sono formati dei crateri sulla strada e si teme che possa essere compromessa la staticità delle fondazioni della palazzina.
In Emilia Romagna risultano attive almeno mille frane, di cui 305 particolarmente importanti distribuite in soli 54 Comuni. I dati sono stati diffusi dalla Regione conferma l’allerta rossa per domani, 23 maggio, a causa di criticità idraulica su bassa collina, pianura e costa romagnola, mentre è stata diramata allerta arancione per le aree collinari della Romagna e dell’Appenino bolognese.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha spiegato che “la presidente Meloni è stata di persona nei luoghi colpiti dall’alluvione e domani nel Consiglio dei ministri si determineranno tutte le misure che servono ad affrontare l’emergenza di questi giorni” nella Regione. «Non è possibile ancora calcolare fino in fondo i danni. La Regione ci ha trasmesso una prima analisi, domani ci sarà il Consiglio dei ministri e successivamente anche un incontro con tutto il mondo produttivo e le rappresentanze dei lavoratori e sarà allora che sarà possibile avere un’idea più chiara di questo dato» ha aggiunto il ministro, continuando: «è utile ricominciare a parlare di manutenzione del territorio senza ideologismi, pragmaticamente e non considerando l’uomo avversario dell’ambiente, ma invece compatibile con l’ambiente. È oggettivo che il mondo dell’agricolo e dell’allevamento spesso garantisce la manutenzione dell’ambiente, mentre per tanto tempo si è pensato il contrario, che lasciare l’ambiente senza la manutenzione degli agricoltori e dei produttori locali potesse portare dei miglioramenti».
«Per esempio, sulla pulizia dell’alveo dei fiumi io credo che il contributo di coloro che possono raccogliere legname dai fiumi sia positivo. Attiveremo la possibilità di raccogliere legna senza rischiare multe e sanzioni come è stato in passato e, addirittura, abbiamo previsto un contributo per formare le persone che lo fanno, quindi anche nel rispetto di modalità idonee ma permettendo a chi vuole di aiutarci a tenere l’ambiente in modo tale da non accentuare gli effetti di eventi come quello che abbiamo visto in questi giorni» ha concluso Lollobrigida.
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha dichiarato: «io mi sono confrontato col sistema produttivo, anche con le istituzioni dell’Emilia-Romagna e domani presenteremo un primo pacchetto di sostegno all’interno del decreto emergenza che prevederà, mi auguro, la sospensione dei mutui, la rateizzazione degli oneri fiscali e soprattutto l’attivazione del Fondo di garanzia che, a nostro avviso, debba essere il massimo che ci è consentito dalle norme europee sugli aiuti di Stato. Questo sarà un primo pacchetto di interventi. Poi successivamente, quando si farà un censimento effettivo dei settori e delle aree e delle aziende più colpite potremmo intervenire con misure più appropriate e mirate».
Domani, martedì 23 maggio, è convocato il Consiglio dei ministri per discutere proprio dei danni e degli aiuti da distribuire. Stefano Bonaccini, presidente della Regione, ha spiegato che “c’è gente che ha perso tutto in casa e nella propria impresa, avremo bisogno di rimborsi al 100% come fu per il terremoto. Poi serve la ricostruzione materiale di ciò che ha ceduto oltre 600 strade, 300 frane attive. La collina e la montagna non andranno dimenticate, sono franati interi boschi e poi servono norme primarie e procedure speditive“.
Secondo quanto si apprende il governo starebbe studiando la possibilità dell’esonero per i dipendenti pubblici che, a causa dell’alluvione, non possono lavorare nemmeno in smart working. Norma che rientrerebbe nel decreto per far fronte all’emergenza. Dovrebbe trattarsi di un periodo che non rientra nel nel compito massimo di 45 giorni annui per i quali si può chiedere il congedo straordinario.
La Commissione europea ha annunciato “ha mobilitato le offerte provenienti da Austria, Bulgaria, Germania, Francia, Polonia, Romania, Slovenia e Slovacchia per aiutare le autorità italiane a far fronte alle forti alluvioni” in Emilia-Romagna. L’Italia ha attivato il meccanismo di protezione civile dell’Unione europea per richiedere le attrezzature per il pompaggio ad alta capacità, “il Centro europeo di coordinamento di risposta alle emergenze è stato in costante contatto con le autorità italiane, che stanno attualmente valutando le offerte, l’Ue è pronta a fornire ulteriore aiuto se necessario” assicura Bruxelles. Il portavoce della Commissione europea, Stefan De Keersmaecker, riporta LaPresse, ha spiegato che “gli Stati membri colpiti da calamità naturali che desiderano ricevere il sostegno del Fondo di solidarietà dell’Ue (Fsue) devono presentare domanda alla Commissione entro 12 settimane dalla data del primo danno causato dalla catastrofe. Le domande devono includere una stima dei danni e altre informazioni necessarie affinché la Commissione possa effettuare la sua valutazione“.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/ LORENZO PASINI