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Per il portavoce del Cremlino i sospetti dell’intelligence Usa sulla responsabilità di Kiev nella morte di Dugina è un “segnale positivo”

Sanzioni, Nord Stream, Darya Dugina: il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov si rivolge all’Occidente e respinge, una dopo l’altra, le minacce e le accuse che risuonano in questi giorni.

Quanto alle indagini sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, il portavoce fa sapere che “attraverso i canali diplomatici abbiamo ricevuto l’informazione che al momento non ci sono piani per invitare la parte russa a partecipare all’indagine“. Mosca sarebbe dunque esclusa dall’inchiesta.

Non mancano poi le critiche all’eventuale introduzione di un tetto al prezzo del petrolio, solo parzialmente contenuta nel nuovo pacchetto di sanzioni approvato dal Consiglio Ue, il Cremlino prevede un “effetto distruttivo sui mercati” che potrebbe sconvolgere quasi tutti i Paesi.

Il Cremlino ha poi commentato quanto rivelato ieri dal NYT sui sospetti dell’intelligence statunitense, secondo cui dietro all’attentato che ha ucciso Darya Dugina ci sarebbe Kiev. Un “segnale positivo” secondo Peskov.

«Ovviamente – ha aggiunto il portavoce – voglio davvero sperare che questo non sia un tentativo dei colleghi americani, avendo alcune informazioni, per sollevarsi dalla responsabilità per i preparativi di futuri atti terroristici in cui lo stato ucraino e il regime ucraino possono impegnarsi».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/YURI KOCHETKOV