Una volta legato al giornalismo, da alcuni decenni prodotti di questo “genere ibrido” hanno conquistato gli spettatori

Hanno la cura e il ritmo avvincente di un film di invenzione, ma al tempo stesso ti catapultano nella realtà, raccontando storie che lo spettatore può toccare con mano e mostrando il volto estetico, ma al tempo stesso crudo e tangibile, della realtà che ci circonda. Sono i documentari, un tempo prodotto più “giornalistico” che da grande schermo, ma oggi diventati un vero e proprio genere a parte nella corsa agli Oscar 2023. Ecco chi sono i candidati di questa edizione.

All That Breathes

Sullo sfondo oscuro dell’inquinata Delhi e della sua violenza, due fratelli dedicano la loro vita a proteggere una vittima dell’Uomo: l’uccello noto come il nibbio bruno. Nella missione che a tratti sembra perduta di Nadeem Shehzad e Mohammad Saud, raccontata da Shaunak Sen, c’è tutta la crudeltà e al tempo stesso lo straordinario potenziale e la dolcezza del genere umano, capace di essere carnefice e salvatore della Natura.

All The Beauty and the Bloodshed

Laura Poitras esplora la vita della fotografa statunitense Nan Goldin, nella sua battaglia contro la famiglia Sacklere il colosso farmaceutico Purdue Pharma, ritenuto responsabile dell’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti. Anche attraverso l’esperienza diretta con le dipendenze della protagonista Poitras ci strappa dalla poltrona per farci entrare nella pelle di un’altra persona, per farci guardare attraverso l’obiettivo di Goldin in un periodo torbido della storia americana.

Fire of Love

I vulcani, amore turbolento e al tempo stesso placido di una coppia di vulcanologi che dedicherà la propria vita a studiare questi titani del Pianeta, fino alla tragica morte alle pendici del Monte Unzen, in Giappone. Nati entrambi in Alsazia dopo la Seconda guerra Katia e Maurice Krafft filmeranno ogni loro spedizione, suggerendo procedure di evacuazione e permettendo di salvare la vita a migliaia di abitanti presso siti vulcanici.

A House Made of Splinters

Cercare una distrazione che sia anche una via d’uscita per tre bambini in fuga dalla guerra, che attendono di sapere se saranno affidati a nuove famiglie o se potranno tornare a casa. Un racconto di 9 mesi di vita di questi piccoli all’interno del precario paradiso del rifugio, in attesa che il governo decida della loro sorte, che promette di commuovere anche i cuori più ostinati e che apre una nuova breccia di consapevolezza e dolore sul fondale opaco della guerra in Ucraina.

Navalny

Il titolo dice tutto: il documentario ripercorre la vicenda amara del blogger dissidente russo, ennesima vittima della furia censoria dello “zar” Vladimir Putin. Il ritmo e le atmosfere sono quelle di un thriller incalzante, che segue le scoperte sempre più scioccanti del giornalista fino a portarlo a svelare il marcio che si cela dietro la cortina del potere. Mettendo così però a rischio la sua stessa vita.

di: Caterina MAGGI

FOTO: SHUTTERSTOCK