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Scontro in aula, la maggioranza: “polemiche strumentali”, Pd e M5s: “strage evitabile”

Sono solo i gruppi della maggioranza ad applaudire l’informativa urgente del ministro Piantedosi all’emiciclo della Camera. L’intervento del responsabile del dicastero dell’Interno infatti non convince le opposizioni, che ingaggiano un duello fatto di botta e risposta con i partiti della coalizione di governo.

Il primo a intervenire dopo Piantedosi è il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che ringrazia il ministro «per il suo comportamento rispetto a una notte drammatica che ci auguriamo sia stata l’ultima del mare», poi ha additato «chi pensa che su queste vicende quando si tratta di intervenire per salvare persone ci sia un potere politico che va a condizionare funzionari dello Stato, che se sbagliano, lo fanno in buona fede e non sicuramente per dolo». Gli ribatte Giuseppe Provenzano del Pd che accusa l’esecutivo senza mezzi termini: «alla fine quelle vite si potevano salvare, lo ha detto il comandante della guardia costiera di Crotone. Il governo deve essere indagato per strage colposa, come disse anche Meloni il 14 aprile del 2015, dopo il naufragio a largo di Lampedusa. Ma allora il naufragio avvenne a 200 miglia dalla costa, questo a 200 metri».

«Lei – ha proseguito Provenzano rivolgendosi a Piantedosi – ha accusato le vittime, c’è una inversione logica. I viaggi ci sono non perché esistono scafisti, ma è il contrario. Se mancano le vie legali di fuga da morte, torture, dittature e fame, sono i viaggi della disperazione ad essere vie di fuga: c’è l’inversione morale. La colpa, per lei, è dei padri e delle madri che hanno perso i figli, la colpa è di chi muore. Quelle parole hanno indignato i giusti, di qualsiasi colore, sono state una infamia che ha macchiato il nostro Stato, e l’Italia che non le assomiglia». Intervento seguente è quello di Maurizio Molinari, capogruppo della Lega, che ha attaccato la neo-segretaria dem Elly Schlein: «come primo atto è venuta in commissione alla Camera ed ha usato i morti per chiedere le dimissioni di Piantedosi,  Salvini in quanto capo della guardia costiera e Giorgetti perché a capo della guardia di finanza. È il solito film che in questo Paese vediamo da 30 anni: sono giorni che si parla di esposti in procura, giorni che qualcuno di fatto sta chiedendo l’intervento delle manette perché non si sono vinte le elezioni».

Risponde attraverso i media la segretaria del Pd: «anche oggi una occasione sprecata per rispondere ad alcune domande molto precise: chi ha deciso intervenisse la Guardia di finanza e non la Guardia costiera? Secondo la ricostruzione per due occasioni i mezzi della Gdf sono usciti per cercare questa barca e sono tornati indietro per le condizioni avverse del mare, non si capisce perché la barca avrebbe dovuto reggere simili condizioni e i mezzi della guardia di finanza no – ha detto Schlein parlando con i cronisti in Transatlantico -. Perché per sette ore non si sono fatti intervenire i mezzi adeguati? Vogliamo avere chiarezza sulla dinamica e linea di comando, chiarendo le responsabilità del ministero dell’Interno ma anche di Salvini e Giorgetti».

È proprio contro Salvini che si scaglia l’intervento successivo, quello della deputata M5s Vittoria Baldino «dov’è? Perché continua a scappare dal Parlamento come un coniglio e non si assume le sue responsabilità? Se ritiene di rispondere solo a se stesso si guardi allo specchio e si dimetta», ha dichiarato.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo la pentastellata, ha invece la responsabilità politica di quanto accaduto, ma «ha deciso di mimetizzarsi e ha preso la parola solo per autoassolversi da ogni responsabilità, non si è degnata nemmeno di andare a  guardare con i propri occhi il lascito di questa immane tragedia. Oggi, nove morti e 72 morti dopo questa ecatombe, non serve che vada a Cutro per un consiglio dei ministri spot per pulirsi la coscienza, non serve la propaganda, ma senso delle istituzione che Meloni, madre, donna e cristiana non ha».

Per Alessandro Catteneo, capogruppo di Forza Italia, va invece «in scena da parte delle opposizioni una strumentalizzazione volta a provare un’offensiva politica per il solo gusto di chiedere le dimissioni questa settimana di lei, Ministro Piantedosi, così come nelle settimane scorse qualche pretesto per chiedere le dimissioni di questo o quell’altro ministro. Non è così che funziona, non è questo che interessa a Forza Italia– poi chiede lapalissianamente -. Davvero qualcuno qua immagina di poter tornare ai modelli dal 2012 in avanti, quei modelli che facevano sbarcare quasi 200.000 migranti all’anno, per poi buttarli nelle strade delle nostre città, voltarsi dall’altra parte, ingrassare delle organizzazioni malavitose, in molti casi, e lasciare i sindaci da soli con il cerino in mano?».

«Quello di Cutro non è stato un naufragio inevitabile e ce lo confermano le sue parole la sua ricostruzione, un freddo elenco di date e orari, poi una rivendicazione delle vostre scelte e del vostro ruolo – rilancia Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana – lei ha detto che due assetti navali sono stati costretti a rientrare in porto a causa delle condizioni avverse del meteo: come avrebbe fatto un caicco a non andare ‘in distress’ a non correre un pericolo potenzialmente mortale? Non può eludere questa risposta: perché dal suo ministero e dal Mit difronte al drastico peggioramento delle condizioni marine non sia stata attivata la catena dei soccorsi».

Anche il leader di Italia Viva Matteo Renzi attacca il governo sul caso Cutro: «qui nessuno si può permettere di dire agli altri che si fa sciacallaggio, dopo la strage nel Canale di Sicilia del 2015 Meloni chiese che io venissi indagato per strage di Stato, questo sì è un atto di sciacallaggio. Io non chiedo e non chiederò le dimissioni di Piantedosi, ma Salvini quando io ero al governo chiese 137 volte le dimissioni del ministro Alfano»

di: Caterina MAGGI

FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI