“Uccisi i capi battaglione del massacro nel kibbutz Be’eri”
Non dà cenni di stop la guerra in Medio Oriente.
Il Times of Israel ha riportato la morte, in un attacco aereo israeliano di oggi, 7 gennaio, nel sud di Gaza, di Ali Salem Abu Ajwa, il nipote dello sceicco Ahmed Yassin, che fondò Hamas a Gaza nel 1987 e ne fu il leader spirituale finché non fu ucciso da Israele nel 2004.
Arriva la segnalazione di un numeroso lancio di razzi dal Libano del sud nella alta Galilea, in particolare nella città di Kiryat Shmona e nei villaggi nei dintorni. Sotto attacco anche un’area nei pressi del monte Hermon dove sono esplosi almeno 8 razzi. Finora non si ha notizia di vittime.
Un arabo-israeliano di 33 anni residente a Gerusalemme è morto dopo che sconosciuti hanno sparato contro l’auto su cui viaggiava in Cisgiordania. Ferita gravemente anche una donna di 42 anni che era a bordo di una vettura che viaggiava dietro a quella della vittima. L’assalitore sembra essere stato “neutralizzato”.
Netanyahu a Hezbollah: “guardate la lezione data ad Hamas”
Benyamin Netanyahu, premier israeliano, oggi a seguito dei bombardamenti dal territorio libanese verso la Galilea, ha aperto il consiglio dei ministri con un avvertimento ad Hezbollah: «dovrebbero imparare quanto Hamas ha già appreso negli ultimi mesi. Nessun terrorista è immune».
Sale ancora il bilancio deelle vittime nella Striscia di Gaza dall’inizio del conflitto: secondo il ministero della Sanità della Striscia guidato da Hamas, che ad oggi conta 22.835 uccisi.
Nel frattempo, il re di Giordania dice che gli Stati Uniti devono fare pressione su Israele affinché accetti il cessate il fuoco a Gaza. Lo riferisce Haaretz citando Reuters. Ha comunicato che “la regione non potrà raggiungere la stabilità senza una giusta soluzione alla questione palestinese e senza il raggiungimento di una pace giusta e globale basata sulla soluzione dei due Stati” ribadendo “il totale rifiuto della Giordania allo sfollamento forzato dei palestinesi e i tentativi di separare Gaza dalla Cisgiordania”.
Due giornalisti sono rimasti uccisi in un raid Israeliano a Khan Yunis, riferisce l’agenzia di stampa palestinese Wafa: si tratta di Mustafa Abu Thraya e Hamza Dahdouh.
Al Jazeera ne condanna l’uccisione: “Al Jazeera Media Network condanna fermamente gli attacchi delle forze di occupazione israeliane contro le auto dei giornalisti palestinesi”, ha affermato l’emittente in un comunicato, accusando Israele di “violazione dei principi della libertà di stampa”.
Nuovi raid di Israele a Gaza: 16 morti e 50 feriti
Sono oltre 16 le persone morte e 50 quelle rimaste ferite nei nuovi bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. In tre mesi di guerra Israele ha ucciso circa 8.000 terroristi di Hamas.
Nel frattempo, un attacco aereo israeliano ha ucciso 6 persone a Jenin, in Cisgiordania. Il bombardamento sembra aver colpito un assembramento di cittadini nella città. Secondo Israele le persone uccise erano parte di un gruppo di uomini armati palestinesi che stavano tirando esplosivi contro truppe impegnate in un’operazione antiterrorismo.
I soldati israeliani hanno trovato, durante alcune perquisizioni, delle gabbie che si ritiene siano state costruite da Hamas per tenere rinchiusi gli ostaggi. Lo riporta l’emittente Khan 11. L’esercito israeliano ha poi dichiarato di aver “completato lo smantellamento” delle capacità militari di Hamas nel nord di Gaza.
Le Forze di difesa israeliane e lo Shin Bet hanno comunicato che il comandante del battaglione Nuseirat di Hamas, Ismail Siraj, e il suo vice, Ahmed Wahaba, sono stati uccisi in un attacco aereo. Il battaglione Nuseirat è responsabile del massacro nel Kibbutz Be’eri e in altre comunità di confine del 7 ottobre, scrive il Times of Israel.
Usa: abbattuto drone Houthi sul Mar Rosso
Il Comando centrale americano, con un post su X, ha dichiarato l’abbattimento di “un veicolo aereo senza pilota lanciato dalle aree dello Yemen controllate dagli Houthi, sostenuti dall’Iran. È stato abbattuto per legittima difesa dalla Uss Laboon nelle acque internazionali del Mar Rosso meridionale in prossimità di numerose navi commerciali. Non sono state segnalate vittime o danni”.
Blinken a Erdogan: prevenire espansione del conflitto
Nel corso del colloquio tra il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan e il segretario di Stato americano, Antony Blinken, è stata precisata “la necessità di prevenire l’espansione del conflitto e di lavorare per una pace più ampia e duratura che garantisca la sicurezza di Israele e faccia avanzare la creazione di uno Stato palestinese”.
A scriverlo in una nota è stato il dipartimento di Stato americano.
Erdogan, riferiscono funzionari turchi, da parte sua è stato critico nei confronti di Israele per quanto riguarda la prosecuzione della guerra e l’impatto che questa ha avuto sui civili palestinesi.
Proteste in Israele, chieste le elezioni anticipate
Si sono verificate alcune proteste contro il governo in diverse località di Israele, con manifestanti richiedenti elezioni anticipate. Il corteo più grande è sceso in piazza Habina, a Tel Aviv. Manifestazioni più piccole si sono registrate anche ad Haifa.
di: Alice GEMMA
FOTO: ISRAEL DEFENCE FORCES NPK