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Non si arrestano le proteste per la contestatissima riforma delle pensioni, bloccata in Parlamento dall’ostruzionismo dell’opposizione

I tempi stringono all’Assemblea nazionale francese che entro venerdì 17 febbraio deve tirare le somme sulla contestatissima riforma delle pensioni. Mentre il Parlamento arranca, rallentato dall’ostruzionismo dell’opposizione, sull’esame del “fatidico” articolo 7 che aumenta l’età pensionabile da 62 a 64 anni, nelle piazze va in scena la quinta giornata di mobilitazione.

Giovedì 16 permane dunque la sospensione del 30% dei voli all’aeroporto parigino di Orly. Prosegue anche il blocco energetico: i lavoratori di EDF per protesta hanno diminuito l’erogazione di elettricità di oltre tremila MW, pari all’energia prodotta da tre reattori nucleari. Un assaggio di quanto è in programma per il 7 marzo quando i sindacati minacciano di bloccare l’intero Paese con scioperi a oltranza se il Governo non dovesse ritirare o modificare il progetto di riforma.

Un passo indietro, comunque, non è al momento previsto dal presidente Macron che ieri è tornato ad attaccare le opposizioni “allo sbando” e incapaci di “mettere i francesi al centro delle loro preoccupazioni“. Mentre però i partiti della sinistra radicale raccolti nel NUPES (la coalizione Nouvelle Union populaire écologique et sociale guidata da Mélenchon) hanno ritirato migliaia di emendamenti, il Rassemblement National di Le Pen ha avanzato una mozione di sfiducia.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/TERESA SUAREZ