strage migranti calabria

64 le vittime accertate mentre mancano all’appello decine di migranti. Fra i morti anche 16 minori, compresi diversi bambini e un neonato, e 33 donne

Con il corpo senza vita di una ragazza di 14 anni recuperato nel tardo pomeriggio di lunedì 27 febbraio, sale a 64 il bilancio dei morti del terribile naufragio avvenuto sulle coste crotonesi di Steccato Cutro in Calabria. Mentre cresce incessante il numero delle vittime e la speranza di trovare persone ancora in vita si affievolisce, a 48 ore dall’incidente i lavori dei soccorsi proseguono.

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, al momento della sua partenza il natante ospitava circa 200 persone. Finora ne sono state tratte in salvo solo 81, fatto che lascia presagire un bilancio effettivo delle vittime altissimo, con decine di persone ancora mancanti all’appello.

Delle 64 vittime accertate, 16 sono minori compresi diversi bambini e un neonato e 33 sono donne. 19 dei sopravvissuti sono stati ricoverati in ospedale mentre gli altri migranti sono ora ospiti del centro di accoglienza di Isola di Capo Ruzutto. Secondo quanto confermato dal ministro Piantedosi nel corso delle comunicazioni in Commissione Affari costituzionali, l’imbarcazione era “presumibilmente condotta da tre scafisti di cui uno sottoposto a fermo“.

Il ministro ha aggiunto che il tema migratorio sarà oggetto del prossimo Consiglio per gli Affari interni, dove l’Italia chiederà un “radicale mutamento di paradigma per il massimo organo decisionale europeo“, puntando anche a una “specificità delle frontiere marine“.

«Io penso che il messaggio debba essere chiaro – ha ribadito in giornata Piantedosi: – chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli Stati ad offrire la via di uscita al loro dramma». Il ministro, ancora al centro delle polemiche per le sue affermazioni dei giorni scorsi, ha voluto precisare il senso delle sue parole: «fermatevi, verremo noi a prendervi. Questo è il senso dei corridoi umanitari».

Ieri Meloni ha ribadito la linea dell’Esecutivo che punta a un obiettivo: “fermare le partenze“, e per farlo invoca “un’Europa che oltre a dichiarare la sua disponibilità agisca e in fretta“.

Nel frattempo proseguono le indagini per accertare eventuali lacune o ritardi nei soccorsi. Sembra infatti che Frontex abbia avvistato un’imbarcazione nel Mar Jonio nella sera di sabato 25 febbraio. In seguito a una segnalazione del velivolo dell’agenzia europea, la guardia di Finanza si è quindi attivata per intercettare l’imbarcazione.

Il primo segnale sarebbe arrivato già dalle 4.30 alla Guardia costiera di Roma, cui sono sopraggiunte segnalazioni da terra su un’imbarcazione in pericolo a pochi metri dalla costa. «Nessuna segnalazione telefonica è mai pervenuta ad alcuna articolazione della Guardia Costiera dai migranti, presenti a bordo della citata imbarcazione, o da altri soggetti come avviene in simili situazioni» si precisa.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/ ALESSANDRO SGHERRI