Migranti

Alarm Phone denuncia il mancato intervento di Italia e Libia

A pochi giorni dalla tragedia di Cutro ieri, 13 marzo, è stata individuata un’imbarcazione alla deriva con cui il servizio di emergenza Alarm Phone ha perso in contatti in nottata. Si tratta di un barchino proveniente dalle coste libiche con a bordo 47 persone. L’imbarcazione, denuncia Alarm Phone, è ancora in pericolo in mare con condizioni meteo marine difficili a 24 ore dal mayday internazionale dell’organizzazione, come denuncia la stessa su Twitter. I contatti sono fortunatamente ripresi dopo alcune ore, ma l’organizzazione dichiara che le 47 sono “esauste“. Il bilancio della Guardia costiera italiana è di 30 migranti dispersi e 17 persone soccorse.

Nel primo pomeriggio l’organizzazione ha denunciato la presenza di alcuni morti annegati intorno all’imbarcazione, rimasta bloccata in alto mare a causa delle correnti e delle condizioni meteo avverse. Secondo Alarm Phone né lo Stato italiano né la guardia costiera libica hanno risposto, denunciano, alla richiesta di soccorso inoltrata 24 ore fa.

Alarm Phone attacca su Twitter le autorità italiane che “hanno ritardato consapevolmente i soccorsi e hanno lasciati morire“, mentre Mediterranea ha spiegato che “le autorità Italiane da ieri avevano dato istruzioni alle navi mercantili presenti in zona, assumendo coordinamento .Sar. Ma i mercantili si sono limitati a osservare per 24 ore“.

Sea Watch International aveva twittato, poche ore prima del naufragio, che “un mercantile nelle vicinanze non è attrezzato per i soccorsi ed è stato ordinato dalle autorità italiane di attendere la Guardia costiera libica, ma non vengono. Dopo aver chiamato il centro di soccorso libico, hanno confermato che non avrebbero inviato una nave. Quando raggiungiamo di nuovo il centro nazionale di coordinamento di soccorso (Mrcc) italiano con la domanda su chi assumerà il coordinamento e la responsabilità delle persone, l’ufficiale responsabile riattacca. Le persone devono essere salvate ora prima che altre persone muoiano cercando di mettersi in salvo“. Sempre su Twitter un giornalista ha pubblicato un video che mostra il barchino in balìa delle onde mentre i mercantili secando di fargli scudo, ma non sono in grado di intervenire per salvare le persone a bordo.

La Guardia costiera italiana, in un comunicato, spiega che l’imbarcazione si trovava “in area SAR libica a circa 100 miglia dalle coste libiche” assicurando inoltre che “le operazioni di ricerca dei migranti dispersi continuano con l’ausilio dei mercantili presenti in zona, con ulteriori due mercantili che stanno raggiungendo l’area di ricerca e col sorvolo di due assetti aerei Frontex.
L’intervento di soccorso è avvenuto al di fuori dell’area di responsabilità SAR italiana registrando l’inattività degli altri Centri Nazionali di coordinamento e soccorso marittimo interessati per area
“.

Commissione europea: smantellare attività dei trafficanti di migranti è un obiettivo europeo

La portavoce della Commissione europea Dana Spinant, rispondendo in merito a una domanda sul decreto del governo Meloni su i trafficanti e scafisti di migranti, ha assicurato che “smantellare le attività dei trafficanti di migranti è un obiettivo che tutti vogliamo perseguire a livello europeo, sono persone sconsiderate che si stanno arricchendo alle spalle della disperazione e dei rischi che si assumono i migranti per raggiungere l’Europa“.

Il portavoce della Commissione europea Peter Stano ha invece spiegato che l’operazione navale europea “Irini non può operare nelle acque della Libia, le operazioni di ricerca e soccorso in acque libiche sono autorizzate solo per le imbarcazioni libiche” e ha aggiunto che “le navi di Irini pattugliano un’area determinata dall’accordo dagli Stati membri e questa area non è la rotta principale dei migranti“, ribadendo che il suo “compito primario” è “vigilare sull’applicazione dell’embargo Ue sulle armi alla Libia“.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO:  ANSA