La votazione in commissione Bilancio all’indomani dell’approvazione del nuovo Patto di stabilità

È con un travagliato iter parlamentare che si è arrivati oggi al voto in Aula per la ratifica del Mes.

Dopo diversi rinvii e non poche scintille con le opposizioni, nella mattina del 21 dicembre si vota in commissione Bilancio alla Camera. Qui la maggioranza si spacca. Da un lato Fratelli d’Italia e Lega che si dicono contrari alla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. Dall’altro Forza Italia che invece si astiene.

In Aula alla Camera i voti favorevoli al trattato di ratifica sono 72, i contrari 184 e gli astenuti 44. Bocciando il primo articolo il provvedimento è respinto.

Il voto arriva all’indomani dall’ok al nuovo Patto di Stabilità, votato in extremis anche dall’Italia con il ministro Giorgetti che ha avallato la riforma nell’ambito dell’Ecofin.

Il capogruppo alla Camera di Forza Italia Paolo Barelli getta acqua sul fuoco e smentisce ogni divisione nella maggioranza: «Tajani ha chiarito a Meloni e Salvini che se il Mes fosse andato in aula avremmo avuto questa posizione. Nessun blitz – spiega. – Comunque il Governo regge, è solido, non vi preoccupate».

Salvini rivendica la bocciatura: «il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura».

Alcune fonti di Palazzo Chigi, citate dai media, hanno riferito che “il governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell’Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes. In ogni caso, il Mes è in piena funzione nella sua configurazione originaria, ossia di sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria”. «La scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona – hanno dichiarato le fonti – Si tratta di un’integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente».

Gramegna (direttore Mes): senza ratifica italiana il Mes non può partire

«Il Mes si rammarica della decisione del Parlamento italiano di votare contro la ratifica della riforma del trattato. Senza la ratifica di tutti i Paesi membri, il Mes non sarà in grado di fornire il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico dell’Unione bancaria, di cui beneficerebbero tutti i Paesi dell’area euro» ha dichiarato in una nota il direttore generale del Mes Pierre Gramegna. Nel comunicato si legge che il fondo salva-Stati “è impegnato a continuare a sostenere i suoi membri e ad adempiere all’importante mandato per il quale è stato creato: garantire la stabilità finanziaria nell’Eurozona. Continuerà a farlo nell’ambito dell’attuale”.

Fazzolari: “non si estende il meccanismo del Mes anche al salvataggio delle grandi banche”

«Il governo si è rimesso al voto parlamentare. Il Parlamento ha deciso di votare contro la modifica dell’attuale Mes – ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’attuazione del programma di governo Giovanbattista Fazzolari – Il Mes rimane in piedi, comunque è un meccanismo di salvataggio degli Stati membri in difficoltà. Che cosa non viene fatto? Non si estende il meccanismo del Mes anche al salvataggio delle grandi banche in difficoltà. All’Italia questo non serve, il nostro sistema bancario è tra i più solidi d’Europa e del mondo intero e non abbiamo bisogno di modificarlo per salvare grandi banche in difficoltà di altri Stati».

Donohoe (Eurogruppo): rammarico per l’esito

Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe ha commentato il voto. «Ho preso atto del voto espresso dal Parlamento italiano in merito alla ratifica del trattato. Pur nel pieno rispetto delle deliberazioni parlamentari, mi rammarico per l’esito. L’Italia rimane l’unico Paese che blocca la finalizzazione di una riforma su cui tutti ci siamo impegnati nel 2021» ha dichiarato Donohoe, secondo cui si tratta di “un elemento chiave della rete di sicurezza comune nell’Eurozona, a vantaggio di tutti i Paesi membri. Continuerà il mio impegno a riguardo con le autorità italiane nei prossimi mesi”. 

di: Marianna MANCINI

aggiornamenti: Francesca LASI

FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI